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Riarmo tedesco: ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

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La Germania avvia un riarmo senza precedenti, escludendo le spese militari dai limiti di bilancio. Con 1000 mld previsti in 12 anni, Berlino rischia di destabilizzare l’UE. Il malcontento interno cresce, mentre l’ombra di un’egemonia tedesca armata preoccupa più di Putin.

Il riarmo tedesco è una minaccia per l’Europa?

La Germania ha avviato una politica di riarmo senza precedenti, sollevando dubbi e preoccupazioni sia tra gli alleati europei che all’interno del Paese. Il progetto, guidato dal cancelliere Friedrich Merz, si inserisce in un contesto di profonda crisi politica ed economica, e rischia di ridefinire il ruolo di Berlino nel panorama internazionale.

Mentre Francia e Regno Unito mantengono una strategia più calibrata, nonostante le dichiarazioni roboanti di Macron e Starmer,  la Germania ha deciso di procedere in solitaria con un piano di investimenti militari che potrebbe trasformarla nella potenza dominante in Europa.E la storia sta li come monito a ricordarci che  ogni volta che ha riarmato è finita in tragedia.

Il cosiddetto ‘Blitzplan’ prevede un investimento di mille miliardi di euro nei prossimi dodici anni, con un debito aggiuntivo di 220 miliardi solo fino al 2030. Tali cifre appaiono sproporzionate rispetto alle minacce reali, come l’ipotetica invasione russa, confermando che dietro questa scelta vi siano motivazioni più economiche che strategiche.

Questa accelerazione ha implicazioni profonde per l’Unione Europea: l’assenza di un coordinamento con gli altri stati membri mina il concetto stesso di difesa comune, mentre il divario tra Berlino e i partner europei si fa sempre più marcato.

L’eliminazione del freno al debito

Uno dei passaggi chiave che ha consentito questa escalation è stata la modifica della ‘Schuldenbremse’, il freno costituzionale al debito pubblico. Questa riforma, approvata dal vecchio Bundestag prima del suo scioglimento, ha consentito di escludere le spese per la difesa dai limiti di bilancio. In altre parole, Berlino potrà aumentare le spese militari senza dover rispettare alcun tetto finanziario.

Tale decisione è stata presa in un contesto politico instabile, in cui la CDU, pur avendo vinto le elezioni, ha dovuto allearsi con SPD e Verdi per ottenere la maggioranza. La legittimità di questa manovra è discussa, dato che è stata approvata da un parlamento non più rappresentativo della volontà popolare. La Corte costituzionale tedesca non ha ritenuto di intervenire, consolidando una decisione che potrebbe avere conseguenze imprevedibili.

La Germania ha sempre mantenuto un atteggiamento prudente nel riarmo, condizionata dalla memoria storica dei conflitti mondiali. Tuttavia, la nuova direzione politica sembra voler rompere con il passato, con dichiarazioni come «La Germania è tornata», pronunciate dallo stesso Merz, che evocano scenari inquietanti.

Un altro aspetto critico è la possibile tentazione nucleare. Se Berlino decidesse di dotarsi di un arsenale atomico, potrebbe farlo con rapidità e senza troppi ostacoli politici interni, scatenando una corsa agli armamenti tra i vicini europei.

Un clima politico sempre più instabile

Il riarmo si inserisce in un contesto sociale già teso. L’instabilità politica tedesca è evidente dal crescente sostegno ai partiti antisistema, come l’estrema destra di Alternative für Deutschland (AfD) e la sinistra radicale di BSW. Entrambe le formazioni hanno registrato forti consensi nell’ex Germania Est, riflettendo un malessere diffuso tra la popolazione.

Se il governo Merz dovesse finanziare il riarmo con nuove tasse e tagli alla spesa sociale, il rischio di una radicalizzazione ulteriore sarebbe elevato, con possibili ripercussioni anche nelle regioni occidentali del Paese. In uno scenario del genere, una Germania armata fino ai denti e politicamente instabile potrebbe rappresentare una minaccia per la stabilità dell’Europa più di quanto lo sia oggi la Russia di Putin.

 

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