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sabato, Luglio 12, 2025
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Harry’s Bar di Venezia non trova personale e se la prende ancora col reddito di cittadinanza!

Arrigo Cipriani, il titolare dello storico Harry’s Bar di Venezia, quello con un piatto di “gricia a 50 euro”,  tira fuori tutto l’armamentario ideologico contro governi, lavoratori, sussidi e “giuovani” sul divano che non vogliono lavorare.

Harry’s Bar di Venezia non trova personale e indovinate di chi è la colpa?

Cambiano i governi, cambiano le leggi, ma la musica è sempre la stessa: torna l’estate e con essa la ricerca di lavoratori stagionali. Una ricerca spesso viziata dal fatto che le offerte equivalgono a condizioni di lavoro durissime, per pochi euro all’ora.

Parallelamente rifiorisce la letteratura di genere sugli imprenditori che rilasciano dichiarazioni sui media, che fanno da grancassa, con lamentele sul personale a loro dire introvabile.

Per ognuno di loro la ragione principale è sempre la stessa: il Reddito di cittadinanza, ovvero quelle poche centinaia di euro distribuite alle fasce di popolazione più povere. A questo poi si aggiunge il presunto problema di una platea di candidati che ha troppe pretese, chiede il giorno libero e domanda al datore di lavoro se gli straordinari sono veramente pagati.

L’ultimo caso arriva nientemeno che dallo storico Harry’s Bar di Venezia, con il titolare Arrigo Cipriani che parlando al Gazzettino tira fuori tutto l’armamentario ideologico contro governi, lavoratori, sussidi e “giuovani”.

A domanda specifica “Quali ritiene siano le cause per cui esiste questa difficoltà nel reperire personale?” Risposta inequivocabile:
“Inutile cercare scuse: il problema principale è il reddito di cittadinanza, che ha rovinato il mondo del lavoro lanciando il messaggio che si possono guadagnare soldi anche standosene comodamente a casa seduti sul divano.”

C’è tutta la Trimurti: lavoro-reddito-divano.

Una vera e propria acrimonia padronale trasuda dalle parole rivolte contro chi ha la presunzione di lavorare non solo per tirare a campare, ma magari per poter migliorare la propria condizione di vita, per metter su famiglia o emanciparsi dagli aiuti degli anziani genitori.

Ma questo caso Cipriani è utile, allargando un po’ il quadro generale, come paradigma del Paese. Se facciamo un parallelo con l’Harry’s Bar e le grandi imprese italiane: godono di una rendita di posizione storica (nel caso di Cipriani: Venezia, turismo, prestigio); di conseguenza quasi nessuno reinveste su innovazione e qualità (ancora l’Harry’s Bar, vedi le recensioni tripadvisor).

Come compensi? Sovrapprezzi il prodotto e fai extraprofitto. Leggete i prezzi da menù:

harry s bar menù

E se c’è un problema di stipendi troppo bassi, l’obiezione degli imprenditori è sempre quella sulla tassazione. Cipriani sempre al gazzettino dice: “L’Italia è il paese dove il prelievo fiscale è il più alto al mondo. Non esiste un altro paese in cui un imprenditore, oltre a dare mille euro di stipendio ad un dipendente, ne deve dare altrettanti allo stato. Gli stipendi di tutti sarebbero più alti se alle tasche dell’imprenditore venissero a costare di meno. Noi abbiamo 15 ristoranti sparsi in vari paesi del mondo e l’Italia è tra tutti il più costoso in cui tenere in piedi un’attività. Le conseguenze di tassazioni così alte pesano tanto sugli imprenditori quanto sui lavoratori”.

Ma la soluzione, nella tenaglia tra imprese, governo e media, è sempre la stessa: scaricare tutto sui lavoratori. E buone ferie a tutti.

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Marquez
Marquez
Corsivista, umorista instabile.

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