L’Estate Romana parte con un passo falso, frutto di un equivoco (nella versione più benevola) sulla comunicazione: le principali testate cittadine hanno annunciato i grandi nomi che avrebbero impreziosito la lunga kermesse estiva della capitale, tra i quali spiccavano quelli di Ben Harper, Franz Ferdinand e Marlene Kuntz, fino ad Elodie.
Wow! Avranno gridato gli appassionati, soprattutto tra i rockers della capitale. Ma c’è un piccolo dettaglio: i concerti annunciati dall’assessorato alla Cultura di Roma Capitale, e dunque rilanciati dai media, non esistono.
La prima smentita è arrivata dalla Barley Arts, che rappresenta Ben Harper, che ha diffuso sui suoi canali ufficiali il messaggio che “in merito a quanto diffuso a seguito della conferenza stampa di presentazione dell’Estate Romana 2023 svoltasi il 15 giugno scorso, si precisa che le tappe italiane del tour 2023 di Ben Harper & The Innocent Criminals sono unicamente quelle riportate sui canali ufficiali dell’Artista, che non includono concerti sul territorio del Comune di Roma”.
Poi si va sul sito ufficiale dei Franz Ferdinand che segnala il gran ritorno della band in Italia con 3 date: Lignano Sabbiadoro, Cattolica e…Empoli. E Roma?
Ma non è finita perché anche Elodie si smarca dall’appello. Nello specifico è l’organizzazione del festival di Villa Ada che ha risposto via mail ad alcune persone che avrebbero voluto sapere data e prevendita, che “purtroppo il concerto non si potrà tenere perché per via del ritardo con l’apertura non siamo stati in grado di assicurare all’artista la location e abbiamo perso la possibilità di farla suonare da noi quest’anno. Per lo stesso motivo il programma non è ancora uscito e stiamo riprogrammando le varie cose”.
Insomma, una vera Caporetto comunicativa che sta creando notevole imbarazzo tant’è che il Comune di Roma sta modificando i comunicati pubblicati sui siti istituzionali una settimana fa.
Estate Romana, la figuraccia del Campidoglio
Ma come nasce questo pasticcio? A dare un quadro della situazione ci ha pensato Ercole Olmi su Micromega, che scrive:
“Il Campidoglio che presentava i vincitori dei bandi ma, tra gli addetti ai lavori, tutti sapevano che quegli artisti non avevano alcun programma di venire a Roma.”
E ancora; “Gli addetti ai lavori avvertivano da tempo che l’assegnazione del bando a ridosso dell’inizio dell’estate avrebbe certamente messo in crisi gli organizzatori degli eventi. Ma allora perché scegliere nella comunicazione istituzionale concerti immaginari? Non c’era altro da mettere in risalto nella comunicazione di Piazza Campitelli, sede dell’assessorato di Gotor?”
Il taglio della durata dei bandi
Scrive ancora Olmi: “il taglio alla durata dei bandi, da tre a due anni, è un altro elemento che gli operatori culturali hanno lamentato parecchio. Eppure proprio Gotor in un’«intervista esclusiva» a un settimanale free-press molto diffuso (Il Caffè della Capitale) aveva giurato che «la triennalità dei bandi è sicuramente una cosa positiva perché ha due elementi positivi: da una parte garantisce alle associazioni vincitrici di bando una stabilità molto importante per uno svolgimento sereno della loro attività. Dall’altra dà all’amministrazione una possibilità ottimale per organizzare e comunicare le iniziative che promuove».
Era il 24 febbraio del 2022, poche settimane dopo Gotor scelse la biennalizzazione senza se e senza ma e da allora la relazione tra il suo assessorato e la società civile è stato solo una sequela di annunci senza alcun seguito concreto. Come la coprogrammazione, sbandierata ai quattro venti ma restata una scatola vuota malgrado sia una modalità di amministrazione condivisa prevista dalla legge e non una riedizione delle consulte graziosamente concessa. “
Regali e amichettismo
Non manca un accenno alla vicenda del super-finanziamento ai “ragazzi del Cinema America”: “A chi pretenda una controprova che testimoni la confusione che sembra regnare tra Piazza Campitelli e il Colle capitolino arriva la vicenda dei 250mila euro in assegnazione diretta ai “ragazzi del Cinema America” (ormai Fondazione) che, a quanto pare, orfani dei finanziamenti regionali dopo la dipartita di Zingaretti, hanno battuto cassa al Campidoglio ottenendo in quattro e quattr’otto l’equivalente di sei volte l’intero budget di un singolo municipio. Allo stupore per questa modalità quanto meno insolita è stata data la risposta ufficiale che le arene dei “ragazzi” sarebbero un evento strategico. Ma questo fa a pugni con il bando dell’Estate Romana (che Gualtieri aveva promesso “la più bella di sempre”) che non prevede alcun finanziamento per i festival ad alta attrattività, quelli, per intenderci, a cui avrebbero dovuto suonare Elodie, Ben Harper, Frantz Ferdinand, Marlene Kuntz se solo qualcuno li avesse potuto scritturare.”
E la conclusione, sconsolata: “Non siamo certo gli unici ad aver notato che sui 40 progetti finanziati (su oltre 350 presentati) 9, quasi un quarto, sono localizzati nel Primo Municipio mentre nel resto della città non si arresta l’emorragia della chiusura di spazi sociali, librerie, luoghi culturali.
I soli luoghi dove andare al cinema o sentire concerti gratuiti sono ormai i centri commerciali.”
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