La Germania ha spento tre delle sue sei centrali nucleari come parte dell’ambizioso obiettivo del paese di passare all’energia prevalentemente rinnovabile entro la fine del decennio. Tutto questo proprio mentre in Italia Cingolani ripropone il nucleare come soluzione al problema delle emissioni di CO2.
Cingolani ripropone il nucleare mentre la Germania chiude le sue centrali
Mentre in Italia la discussione sulle fonti di energia sta tornando a ipotizzare sempre più concretamente -in assoluta controtendenza- la possibilità di un ritorno al nucleare, chi ha le centrali, come la Germania, ha cominciato ad eliminarle.
“Con l’aumento massiccio delle energie rinnovabili e l’accelerazione dell’ammodernamento della rete elettrica, possiamo dimostrare che è possibile fare a meno del nucleare in Germania”, ha affermato Robert Habeck, ministro per l’economia verde e il clima del paese.
La Germania infatti si prepara a chiudere tre delle sue sei centrali nucleari ancora attive, come parte dell’ambizioso obiettivo del paese di passare all’energia prevalentemente rinnovabile entro la fine del decennio.

L’eliminazione graduale del nucleare — proposta dal governo di centro-sinistra dell’ex cancelliere Gerhard Schröder all’inizio del secolo e accelerata sotto l’ex cancelliere Angela Merkel in seguito al disastro di Fukushima in Giappone del 2011 — è una componente chiave di un piano del nuovo governo tedesco, la coalizione tra Socialdemocratici, Verdi e Democratici liberali, per produrre l’80% dell’energia del Paese da fonti rinnovabili entro la fine del decennio.
Secondo Clean Energy Wire, le energie rinnovabili hanno rappresentato il 43% del consumo di elettricità tedesco nei primi tre trimestri del 2021, in calo rispetto al 48% dello stesso periodo dello scorso anno.
“Con l’aumento massiccio delle energie rinnovabili e l’accelerazione dell’ammodernamento della rete elettrica, possiamo dimostrare che tutto ciò è possibile in Germania”, ha detto ancora il ministro Robert Habeck, che è il co-leader dei Verdi.
🚨LIVE from Germany🚨 #Nuclear power & gas are not sustainable and should not be included in the rulebook for sustainable investment! #Taxonomy @vonderleyen @gouv_lu @greenpeace_de pic.twitter.com/WPkoldMMLJ
— GreenpeaceLuxembourg (@Greenpeace_Lux) December 30, 2021
L’Italia, come sempre, è in controtendenza, proprio da parte dell’uomo demandato ad affrontare la questione, ovvero il ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, che proprio un paio di settimane fa, nel corso di un incontro sul web con gli studenti delle superiori: aveva dichiarato: “È certo che il nucleare ci sarà nella tassonomia europea della finanza sostenibile, lo hanno già anticipato; è una fonte che non produce Co2. Il nucleare è il futuro.”
L’Unione europea ha inserito nucleare e gas tra le fonti di energia utili alla transizione verde. E Cingolani su questo ha rilanciato: “Noi abbiamo votato dei referendum che hanno escluso il nucleare. Era il nucleare di prima generazione, non quello di cui si parla adesso. In futuro, quando avremo tutti i dati sui costi per megawatt, sulla produzione di scorie radioattive, su quanto sono sicure (le centrali di quarta generazione, ndr), allora il paese potrà prendere le sue decisioni, con un altro referendum, con leggi”.
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