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Moda sostenibile, riciclo o upcycling?

Moda sostenibile, riciclo e upcycling: la creatività sarà il fattore chiave che permetterà di migliorare il nostro pianeta.

Moda sostenibile, riciclo o upcycling

È ormai da qualche anno che il meraviglioso mondo della moda ha preso seriamente in considerazione l’idea di un futuro sostenibile, dove il riciclo, o meglio l’upcycling si inseriscono in questo settore, anche se in modo lento ma sempre più costante. Si sente il bisogno di una nuova consapevolezza verso la sostenibilità. La creatività è l’elemento chiave.

La sostenibilità è importante, così come lo è l’etica, per proteggere l’ambiente e creare condizioni di benessere dei lavoratori di questo settore. È impensabile, al giorno d’oggi, non tenere conto dell’impatto negativo della filiera sull’ambiente, specialmente quando si parla di fast fashion che ha reso l’industria della moda una delle più inquinanti nel mondo: l’utilizzo di sostanze non biodegradabili nei tessuti di scarsa qualità non solo inquinano l’ambiente in modo irreversibile ma riescono anche a penetrare sulla pelle causando patologie. Le paghe minime, lo sfruttamento dei lavoratori e soprattutto l’utilizzo e sfruttamento dei minori in condizioni disumane, non possono più essere ignorati. Bisogna cambiare!

I primi a sentire il dovere di cambiamento sono i marchi del settore lusso, ammettendo di avere influito negativamente sull’ambiente e cercando miglioramenti a partire dalla produzione e dalle presentazioni delle collezioni in modo etico e carbon free. Fattore significativo e importantissimo è l’eliminazione, quasi totale, dell’utilizzo di pellicce animali, optando per nuove tecnologie che possono produrre pellicceria ecologica, direi superiore in bellezza e morbidezza a quelle di origine animale.

Uno dei brand che io amo particolarmente è Stella McCartney che già da oltre dieci anni produce collezioni al 100% eco, senza spostarsi da quello che è il settore lusso e con un successo solido e intaccabile, nono stante i prezzi, per esempio delle scarpe 100% eco, che non sono certamente più bassi delle scarpe realizzate in pelle di qualsiasi altro marchio lusso. Stella è una pioniera del settore e ci dimostra che quando la creatività e lo stile sono presenti, si possono realizzare dei prodotti stupendi restando in campo green.

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Il rivoluzionario Alessandro Michele, direttore creativo della Maison Gucci, sta trasformando questo marchio in uno dei più sostenibili nel mondo della moda. Innanzitutto anche lui, ha smesso di utilizzare la pellicceria nelle sue collezioni, inoltre utilizzando la creatività di artisti sia nel campo del cinema della musica e dell’arte, ha creato i docufilm Gucci Fest in collaborazione col regista Gus Van Sant.

Le collezioni vengono presentate attraverso dei docufilm che trattano argomenti attualissimi come l’upcycling e la sostenibilità, centrandosi sui quattro elementi naturali: terra – aria – fuoco – acqua. Molto importante l’impegno della compensazione delle emissioni di gas serra provocate dalla produzione e dall’intera catena di distribuzione. Esiste anche un portale che si chiama Gucci Equilibrium e informa e aggiorna gli utenti sulle pratiche sociali e ambientali della maison.

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Altri stilisti importanti, come Donatella Versace che abolisce l’utilizzo delle pellicce nelle collezioni del marchio Versace, perché non vuole uccidere animali per fare moda. Stessa decisione presa da Riccardo Tisci per le collezioni Burberry, inoltre la collezione PE del 2020 era completamente a emissioni zero e si impegna con progetti specifici a fermare la deforestazione. Anche la Maison Dior, firmata da Maria Grazia Chiuri si impegna nella lotta alla deforestazione, tanto che gli alberi utilizzati per la sfilata PE2020 sono stati ripiantati in aree specifiche parigine.

Prada ha creato una capsule collection, ReNylon, di pezzi iconici ora realizzati con un nuovo materiale rigenerato l’econyl, che si ottiene riciclando e purificando la plastica raccolta dagli oceani, e rifiuti tessili. Inoltre anche Prada ha smesso, recentemente, l’utilizzo delle pellicce, così come Giorgio Armani che dice no alla crudeltà sugli animali per realizzare pellicceria.

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Ma i grandi brand della fast fashion cosa fanno per l’ambiente? Il gruppo Zara, per esempio si è impegnato a prendere delle iniziative sostenibili e ha dichiarato che entro il 2025 tutti i tessuti di cotone, lino e poliestere saranno al 100% sostenibili.

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Anche altri brand quali, Mango, Uniqlo, Asos e H&M si stanno impegnando a realizzare grandi cambiamenti. Ma quanto saranno d’impatto questo sarà tutto da vedere.

Un altro enorme fattore inquinante è l’utilizzo della plastica nel packaging. Si cominciano a realizzare dei capi sostenibili, ma le produzioni continuano a spedire il prodotto finito utilizzando le buste di plastica. Alcune aziende italiane si stanno preoccupando di eliminare completamente la plastica utilizzata nel packaging, sostituendola con la carta riciclata o il tessuto, ma ci vorrà ancora troppo tempo perché tutta la plastica venga eliminata. La boutique Malia Concept Store è molto attenta a questa problematica e lavora per eliminare completamente la plastica, a partire dal packaging per le clienti.

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Trovo invece molto interessante il concetto di upcycling, cioè, l’utilizzo di materiali di scarto, destinati ad essere buttati, per creare nuovi pezzi che acquistano addirittura un valore maggiore del materiale originale.

I vantaggi dell’upcycling sono quelli di ridare vita a abbigliamento che altrimenti rimarrebbe conservato per anni e magari mai riutilizzato, oppure buttato via. L’upcycling ha il vantaggio di dare una nuova vita a questi pezzi, utilizzando la creatività e l’originalità, realizzando pezzi unici e di nicchia, riducendo l’impatto inquinante dell’industria della moda.

Perché il progetto sostenibile e di upcycling sia di impatto è importante che il consumatore inizi a comprare sostenibile. Certo, è molto difficile per chi ama la moda e il design creativo che fa nascere i trend. Spesso, le aziende sostenibili non prestano molta attenzione al design, così essere fashionista senza dover necessariamente sbancare il portafoglio diventa difficile e facilmente si torna ai brand fast come Zara. Però, anche in Italia cominciano ad esserci delle aziende che producono dei pezzi basici, che se accessoriati a dovere sono perfettamente in trend. Magari prezzi sono un po più alti di quelli di H&M, ma la qualità farà si che il capo mantenga la sua bellezza per anni e anni, ammortizzandone il costo.

Tra i brand italiani più interessanti c’è Progetto Quid, un’azienda che lavora con grandi brand e produttori tessili che danno le eccedenze di tessuti o di invenduti i quali, lavorati da donne con un passato difficile, riacquistando dignità attraverso un lavoro che dona nuova vita a vecchi tessuti, più upcycling di così!

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Interessante anche il brand Rifò che ricicla lane per creare collezioni di maglieria.

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Par.co Denim produce jeans a basso impatto ambientale utilizzando cotone organico e non trattato con agenti chimici, così come bottoni e rivetti sono nichel free.

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Arturo Stories produce dei bellissimi calzini eco, inoltre a ogni acquisto si ha in omaggio ago e filo per rammendare le calze e utilizzarle per lunghissimo tempo.

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Tiziano Guardini crea dei pezzi lusso completamente sostenibili, E’ molto noto soprattutto per l’utilizzo della Peace Silk, una seta che utilizza solo i bozzoli abbandonati dai bruchi diventati farfalle.

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Maison Artc è un marchio totalmente upcycling. L’atelier si trova a Marrakech e le collezioni sono tutte realizzate utilizzando tessuti, broccati, patchwork che diventano pezzi unici e speciali, e che hanno sfilato diverse volte per l’Alta Moda di Parigi.

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Id.Eight è un brand di sneakers realizzate con un materiali innovativi e sostenibili, ricavati dalla frutta. L’Apple Skin e Vegea, sono prodotti rispettivamente dalla la buccia delle mele e dallo scarto dell’ industria del vino. Il Pinatex è invece creato dalla lavorazione delle foglie d’ananas Filippine. Sono quindi materiali completamente ecologici nel rispetto della natura e degli animali.

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Non ci resta che sperare in un futuro prossimo che ci permetta di acquistare un total look eco e sostenibile.

 

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Cris H Loi
Cris H Loi
personal styling & image consultant wardrobe consultation bespoke strategies for retail growth product development buyer & visual merchandiser

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