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Verso il 15 marzo in piazza, la parata di regime

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Gli USA impongono, l’Europa obbedisce: altro che rottura. Sotto l’egida anglosassone, i governi UE accelerano la corsa agli armamenti, sacrificando sanità, istruzione e welfare. Il 15 marzo? Solo una parata di regime per mascherare l’ennesima resa all’affarismo finanziario.

15 Marzo, l’Europa armata e l’illusione della rottura

Da un decennio almeno i presidenti degli Stati Uniti ammoniscono gli stati europei per la loro refrattarietà nel dedicare alla difesa la spesa di tanti quattrini. Obama, Trump, Biden e ancora Trump hanno ragionato allo stesso modo: gli Usa non possono più sopportare la copertura militare dell’Occidente collettivo e l’Europa inizi a fortificare la propria presenza all’interno della Nato. Le armi da comprare, ovviamente, restano quelle americane.

Trump ha definitivamente rotto il velo, imponendo senza mezzi termini il nuovo corso strategico. L’Europa obbedisce, altro che rottura con Washington. Sotto l’egida inglese, il management europeo corre ai ripari e lo fa ben volentieri, perché, in questo modo, potrà concepire una nuova emergenza, un nuovo stato d’eccezione del tutto immaginifico: l’invasione cosacca alle porte.
In questo modo gongolano i funzionari del capitalismo finanziario.

Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Mario Draghi, Ursula von der Leyen, il nuovo quadrumvirato al vertice degli affarismo di stampo anglosassone, agirà con velocità totalitaria per scorporare gli investimenti in armi dal patto di stabilità, per poter affermare che l’emergenza giustifica la chiusura dei rubinetti su tutto il resto: sanità, istruzione, giustizia sociale, salari, pensioni, politiche abitative, occupazione.

Si interverrà, nei settori pubblici essenziali, solo per incentivare i mercati all’investimento e all’esproprio forzato del profitto, così come raccomandano rigorosamente i trattati europei.

Sembra che cambi tutto perché non cambi nulla, questo il significato manipolatorio del 15 marzo, della parata di regime organizzata da “La Repubblica”. Chiunque chieda più Europa affronta la realtà in termini reazionari, perché l’Europa, in questo caso, non è un luogo geografico, né un ideale di collaborazione reciproca tra nazioni che costruiscono pace, ma un soggetto politico determinato, chiamato Unione Europea, che esiste solo ed esclusivamente per assecondare gli obiettivi economici determinati dalle norme contenute nei Trattati.

Norme concepite per disintegrare le costituzioni, troppo socialiste secondo l’autorevole parere espresso a suo tempo da monsieur JP Morgan.

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Ferdinando Pastore
Ferdinando Pastore
"Membro dell'esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista, ha pubblicato numerosi articoli di attualità politica incentrati sulla critica alla globalizzazione dei mercati e sui meccanism di funzionamento dell'Unione Europea. Redattore dell'Interfenreza e editorialista de Il Lavoro"

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