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L’ascesa cinese e la geopolitica che cambia

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L’ascesa cinese ci costringe a porci delle domande riguardo la natura dei rapporti internazionali e le informazioni che riceviamo dai nostri media sul tema.

L’ascesa cinese

Storicamente, nel blocco euroasiatico paesi come Russia, Cina, Ottomani (Turchia), Persia (Iran) furono il centro di grandi imperi multiculturali. Questi si concentrarono o sulla costruzione dello Stato, attraverso burocrazia e commercio interno, o sulla sicurezza e la stabilizzazione territoriale. Questi Stati si concentrarono sulla terraferma.

La destabilizzazione del Medio Oriente e dell’Asia Centrale, iniziò a cavallo di ‘800 e ‘900, con la definitiva affermazione del duo angloamericano sui mari. La perdita di rilevanza, se non a fini strategici o di risorse (petrolio), dell’area portò ai conflitti che da quasi un secolo vediamo.

Non a caso, la strategia multilaterale e di diplomazia continentale cinese si contrappone a questo modello: sia per la sua tradizione diplomatica, sia per i più recenti sviluppi riguardo i tre mondi e il non allineamento del secondo ‘900.

In concreto, la Cina ha ottenuto negli ultimi anni risultati diplomatici enormi, impensabili per l’Occidente: ripresa delle relazioni diplomatiche tra Iran e Arabia Saudita, aumento di scambi commerciali e la sua influenza diretta nel continente africano e negli arcipelaghi dell’Oceania, avvicinamento dell’Arabia Saudita allo SCO.

Non ultimo il rapporto tra Cina e Corea del Nord, che permette alla prima di fare da mediatore tra la comunità internazionale e la seconda.

Questi aspetti emergono, dunque, da uno stile tipicamente cinese, ma si inseriscono anche in un più generale processo storico di risistemazione delle risorse economiche e del potere.

Dopo circa 500 anni di predominio occidentale sul mondo attraverso il controllo dei mari, la tecnica e il capitalismo, sorge un’alternativa culturale (non europea).

Inserendo questa prospettiva sul lungo periodo, notiamo il già citato pendolo euroasiatico, ma anche alcuni aspetti decisivi che dovremo approfondire:

1- La continua formazione in Eurasia di alternative al dominio economico commerciale (talassocratico) anglosassone, in questa prospettiva va letto sia l’esperimento sovietico che quello cinese;

2- Una rielaborazione della teoria critica; nel ‘900, il marxismo è stato riassorbito o sconfitto dalla classe dirigente occidentale, mentre la sfida portata dai Non Allineati è riemersa negli ultimi anni con i BRICS, arrivando a coinvolgere la Russia (erede dell’URSS) in in questo progetto (teoria del sistema-mondo; teoria della dipendenza).

3- Dobbiamo, infine, interrogarci sull’eccezionalità degli ultimi 500 anni: tanto non possiamo negarne la specificità in termini tecnologici, altrettanto possiamo supporre sia un’oscillazione del pendolo tra Europa e Estremo Oriente. Eccezionale sembra essere la durata del predominio occidentale, probabilmente favorita dall’introduzione del continente americano (a sua volta favorita dalla tecnica).

Resta necessario interrogarsi sulle reali conseguenze sul lungo periodo e se siamo davanti a una rottura insanabile del pendolo o semplicemente a formule alternative dello stesso (durata maggiore dei cicli; introduzione dell’America; coinvolgimento dell’Atlantico e del Pacifico, ecc).

Mao disse: “L’immensa maggioranza dell’umanità vive oggi nella sofferenza e non può liberarsene se non seguendo la via indicata da Stalin”, parafrasando potremmo dire: “L’immensa maggioranza dell’umanità vive oggi nella sofferenza e non può liberarsene se non seguendo la via indicata da Xi Jinping, Lula, Modi, Putin e Ramaphosa?”

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Gabriele Germani
Gabriele Germani
Roma, 1986. Laureato in Storia contemporanea e Psicologia, con Master in Geopolitica. Lavora nell’ambito pedagogico-educativo. Si occupa da anni dei rapporti tra il Sud e il Nord del mondo, con le lenti del neo-marxismo, della teoria della dipendenza, del sistema-mondo e dell’Eurasia. Con questa prospettiva ha pubblicato negli anni, alcuni libri e articoli di storia e antropologia, in particolare sull’America Latina. Riferimenti bibliografici: Uruguay e emigrazione italiana: sogni, speranze e rivoluzioni di Gabriele Germani (Autore), Anthology Digital Publishing, 2022. Ha inoltre in pubblicazione con Kulturjam Edizioni: una raccolta di riflessioni su BRICS e mondo multipolare, con introduzione di Gianfranco La Grassa e con Mario Pascale Editore un testo sulla politica estera italiana durante la II Repubblica. Cura un micro-blog sul suo profilo Facebook (a nome “Gabriele Germani”) e un Canale Telegram sempre a nome “Gabriele Germani” (t.me/gabgerma). Dirige inoltre il Podcast “La grande imboscata” su attualità, geopolitica e cultura su varie piattaforme.

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