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La competizione per l’Artico si configura come una delle principali sfide geopolitiche del XXI secolo. Questo territorio, che ospita immense risorse naturali e riveste un’importanza strategica cruciale, è al centro di una “guerra sotterranea” tra le grandi potenze mondiali.
Guerra Artica: la Groenlandia, una pedina strategica
La Groenlandia, l’isola più grande del mondo, è un territorio autonomo sotto la sovranità del Regno di Danimarca. Con i suoi 60.000 abitanti e un territorio pari al 22% degli Stati Uniti, è un punto nevralgico per la geopolitica artica.
Secondo l’US Geological Survey, il sottosuolo groenlandese custodisce il 13% delle risorse mondiali di petrolio e il 30% di quelle di gas, oltre a oro, rubini, diamanti, terre rare e uranio, per un valore stimato di 400 miliardi di dollari.
Gli Stati Uniti già operano con diverse basi militari non ufficiali sull’isola, tra cui la nota stazione di Pituffik, cuore del sistema di protezione spaziale NORAD. La posizione della Groenlandia, che controlla l’accesso al Polo Nord dal sud-ovest, la rende una risorsa imprescindibile per gli interessi strategici americani.
La Via della Seta polare e l’interesse cinese
Parallelamente, la Cina pianifica la creazione di una “Via della Seta polare“, un corridoio commerciale che, costeggiando la Siberia, offrirebbe un’alternativa strategica agli stretti del sud-est asiatico, riducendo i tempi di trasporto verso l’Europa.
Questa iniziativa evidenzia l’interesse di Pechino per l’Artico non solo come fonte di risorse naturali, ma anche come area strategica per il commercio globale.
Il ruolo della Russia
La Russia è un attore chiave nella competizione artica. Con la più grande flotta al mondo di rompighiaccio, il Cremlino ha consolidato la sua presenza nella regione, investendo continuamente in infrastrutture militari e logistiche.
La penisola di Kola, sede di alcune delle basi artiche più importanti, rappresenta un punto di forza per Mosca, ma è anche sotto pressione strategica da parte della NATO, soprattutto dopo l’adesione della Finlandia e della Svezia all’alleanza.
Il Consiglio Artico
Fondato nel 1991, il Consiglio Artico promuoveva inizialmente la cooperazione tra gli otto stati artici: Canada, Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Russia, Svezia e Stati Uniti. Tuttavia, l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 ha portato alla sospensione della partecipazione dei paesi occidentali, alimentando ulteriormente le tensioni.
La svolta scandinava, con l’adesione alla NATO di Finlandia e Svezia, è strettamente legata alla crescente attenzione verso la regione artica e alla necessità di contenere l’influenza russa.
Strategia americana per la Groenlandia
Gli Stati Uniti hanno riacceso l’interesse per l’acquisizione della Groenlandia, una proposta rilanciata da Donald Trump durante la sua presidenza. Sebbene l’idea di acquistare l’isola sembri provocatoria, le opzioni esplorate includono accordi di affitto, permessi di sfruttamento delle risorse o supporto all’indipendenza groenlandese per rafforzare l’influenza americana nella regione.
La Groenlandia è anche parte della più ampia strategia statunitense di consolidamento della Dottrina Monroe, che mira a riaffermare il controllo sull’intero continente americano e ad affrontare la crescente multipolarità globale.
Il futuro dell’Artico
Con il progressivo scioglimento dei ghiacci, l’Artico diventa sempre più accessibile, alimentando le ambizioni delle grandi potenze. Le risorse naturali, le rotte commerciali e l’importanza geostrategica rendono inevitabili ulteriori scontri o “contenziosi caldi” nella regione.
La competizione per l’Artico non è solo una questione di risorse, ma anche di visioni geopolitiche. Se da un lato la Russia punta a consolidare il proprio dominio nella regione, dall’altro gli Stati Uniti e i loro alleati cercano di rafforzare il loro controllo per contrastare l’influenza russa e cinese.
L’Artico, dunque, si configura come il teatro di una nuova Guerra Fredda, dove il controllo del ghiaccio è il premio finale.
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