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L’Occidente non dichiara guerra a nessuno, la esegue sempre alla ricerca della pace. Una superiorità presunta, declamata in maniera così assertiva, non può che partorire incomunicabilità e cecità nei confronti dell’Altro.

Noi senza l’altro

Proclami e appelli a Russia, Siria, Palestina, Iran, ora Libano e chissà in futuro anche Cina. L’accerchiamento, il terrore, i cadaveri scompariranno solo se avrete il coraggio di cambiare indirizzi, governi, economia e mentalità. Basta questo.

L’Occidente non chiede altro se non un pacifico assoggettamento. Per questo rovescia l’impianto discorsivo nell’irrealtà. L’Occidente non dichiara guerra a nessuno, la esegue sempre alla ricerca della pace. Una superiorità presunta, declamata in maniera così assertiva, non può che partorire incomunicabilità e cecità nei confronti dell’Altro.

Scompare così la diplomazia nel primato incontrastato della Ragione. Qui, da noi, al contrario di quanto affermato da Jünger, lo spirito di concorrenza afferma con forza il garbo scientifico della crudeltà. Il progressismo stabilisce l’ambito culturale in cui si concepisce lo scarto umano, la destra finisce per annientarlo.

Il nostro razzismo, perché di razzismo si tratta, si spiega in queste due direzioni: meritocrazia classista a sinistra, punizione esemplare a destra, per marciare poi unite in guerra e nel ripudio degli sconfitti. Disintegriamo le terre altrui per poi accogliere migranti; attenzione migranti e mai emigranti, come fossero tribù di tradizione nomade e mai stanziale.

Li accogliamo come migranti e non come emigranti perché non sopportiamo di non essere percepiti qualitativamente migliori, per cui non esiste più lo sradicamento, l’isolamento e il dramma esistenziale e politico dell’emigrazione. Non esistono colpe da espiare; qui viviamo meglio, punto.

Il resto del mondo è lacerato da dittatori, arcaicità, credenze magiche, fanatismo. Per questo neanche possiamo immaginarla una realtà multipolare. Ci sconforta e ci carica in un nichilismo attivo, distruttivo, terrorista.

Non so se saranno queste guerre a decretare la dissoluzione dell’Occidente, ma questa si avvererà. Siamo noi a dover cambiare indirizzo e non gli altri.

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Ferdinando Pastore
Ferdinando Pastore
"Membro dell'esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista, ha pubblicato numerosi articoli di attualità politica incentrati sulla critica alla globalizzazione dei mercati e sui meccanism di funzionamento dell'Unione Europea. Redattore dell'Interfenreza e editorialista de Il Lavoro"

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