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‘La grande ambizione’? Si, io ricordo

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La differenza tra morale e moralismo, tra Stato etico ed etica dello Stato, tra politica della morale e politica della dialettica, era questa la grande ambizione di Enrico Berlinguer.

Si, io ricordo la grande ambizione

Il film di Andrea Segre interpretato da Elio Germano “BerlinguerLa grande ambizione” suscita in chi ha vissuto quegli anni grandi emozioni e inevitabili ricordi.

Ricordo le lunghe discussioni sul significato di “Compromesso Storico” negli anni di Enrico Berlinguer. Sembrava inafferrabile: un’alleanza tra partiti, una strategia di lunga durata, un male inevitabile, una ipotesi di trasformismo da combattere, etc.

Si leggono articoli sulla biografia di Tina Anselmi per esempio (di tanti e tante altre…) e tutto diventa chiaro e limpido!

Ricordo ancora le lunghe discussioni sul significato di “diversità’” nel pensiero del leader del PCI: una maniera per sanare la Nazione dalla corruttela dilagante, una maniera per chiudersi nel recinto della propria identità, perciò perdente, un modo per salvarsi l’anima ma perdere le elezioni, ecc.

Secondo voi cosa c’è di “diverso” fra la Anselmi e Berlusconi, per esempio? Il numero delle “cene eleganti”, lo sfarzo dei luoghi dove terminare serenamente la propria esistenza?

Sì, certo, ma la diversità cui alludeva Berlinguer non era in questo. La diversità di Enrico era nella concezione dello Stato, della politica, della ragione di un impegno che hanno contraddistinto queste due personalità.

Ecco allora che, di nuovo, tutto diventa limpido e chiaro. Diventa così, chiara, la differenza tra morale e moralismo, tra Stato etico ed etica dello Stato, tra politica della morale e politica della dialettica.

Un esempio concreto? Non si combatte il berlusconismo con mille processi in tribunale (politica della morale), quello è affare di giudici. Si combatte facendo perdere le elezioni ai suoi epigoni con programmi e uomini e donne credibili che facciano tornare al voto gli sfiduciati (politica della dialettica).

Il “Compromesso storico” era un’offerta alle personalità come la Anselmi che portavano con sé lo spirito della resistenza. La diversità un valore unificante, la “questione morale” un programma politico di difesa dei valori costituzionali, quelli si, molto “compromessi”.

 

Donato Lamacchia
Donato Lamacchia
Attivista nel PCI all'epoca di esistenza di quel partito, interessato al dibattito sull'evoluzione della sinistra nell'era dei cambiamenti digitali.

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