La giornata 33 della serie A ha riservato sorprese e risultati non scontati, soprattutto nella parte alta della classifica, rendendo interessante la corsa all’Europa alle spalle del Napoli campione virtuale.
Serie A, giornata 33, il commento
La trentatreesima giornata che si diceva essere “interlocutoria” ha invece fatto vittime illustri. Pioli ha dovuto constatare l’evidenza – qualora ancora non se ne fosse ancora avveduto – che le sue seconde linee non valgono un decimo delle prime.
Il calendario del Milan aveva ingolosito: tra le “grandi” era quella che aveva il compito più agevole. Tuttavia l’idea di poter risparmiare ai suoi titolari l’usura della giornata e nel contempo fare un solo boccone della Cremonese, si è rivelata fallace.
Giusto le correzioni in corsa hanno permesso di raddrizzare il cappotto in cui si era avvoltolata contro un sorprendente avversario. Un punto sarà meglio di niente, ma l’amaro che impasta la bocca è tosto da mandar giù. Giù, come il settimo posto in cui adesso si ritrova.
Tiene la corsa la Lazio, che è squadra pratica e quadrata. Il Sassuolo in classifica è in quella terra di mezzo che ti permette di giocare ogni gara in scioltezza. E quindi provare a prenderti delle soddisfazioni, tanto cosa ti costa? Quelle soddisfazioni non arriveranno contro la Lazio che segna, rintuzza, soffre, si chiude lasciando campo agli emiliani. Ma poi riparte e risegna per mettere le cose in chiaro: il secondo posto è roba sua e il Napoli per festeggiare dovrà ancora aspettare. Magari anche solo per ventiquattro ore…
La Juve non ha trovato nessun problema contro il Lecce, ha invece ritrovato i gol di Paredes e Vlahovic, due desaparecidos di lusso. Ragazzotti che potrebbero tornare molto utili da qui alla fine. Niente di che, ma come si dice, meglio “con” che “senza”. Vince di misura, come piace ad Allegri. Invece a chi piace il calcio dice “mah”. Per quei due che si sono ritrovati c’è uno che si perde: salta il ginocchio di De Sciglio a coronamento di una stagione infausta, con i tifosi contro e un infortunio molto lungo da smaltire. Gli auguri sono d’obbligo.
La Roma impatta col Monza in quel di Brianza. Sembrerebbe una battuta d’arresto ma non lo è. Da quando c’è Palladino su quella panchina, per ogni avversario il Monza è osso ben duro da rosicchiare, tuttavia, considerata l’urgenza della corsa al quarto posto in campionato, è difficile non considerarla un’occasione persa. In più i capitolini finiscono la gara con le ossa rotte: l’espulsione di Celik e l’infortunio di El Shaarawy a cui si accompagnano i già degenti Kumbulla, Karsdorp, Smalling, e Wijnaldum, non sono certo un bel viatico per la prossima partita di campionato, in casa contro l’Inter.
Chi ha risolto la pratica in scioltezza è l’Inter ma è il senno di poi. Dopo il terzo miracolo di Montipò, su un colpo di testa di D’Ambrosio a un micron dalla linea di porta, si è avuto il sinistro sentore di tragedia già vissuta. Dopo il tiro a segno, quale baldo ginnasta del Verona punirà i nerazzurri con l’unico tiro in porta concesso?
Il tizio in questione ha risposto al nome di Gaich. Solo che quel tiro lo ha fatto nella porta sbagliata. Quella giusta, dal punto di vista dell’Inter. In credito da tempo immemore con la dea bendata, il biscione è infine passato all’incasso. Da quel momento la partita è cambiata, e ha grandinato sul malcapitato Verona.
Una vittoria che rafforza le convinzioni di un soddisfatto Inzaghi che ha potuto completare una salutare rotazione degli effettivi senza dover poi piangere sul latte versato. Con occhi lucidi ha potuto contemplare i miglioramenti di Dzeko, Calhanoglu, Lautaro e Brozovic, provenienti da un periodo di appannamento per motivi diversi tra loro. Con quest’ultimo ha pure avuto uno scazzo ad ulteriore conferma che il Croato c’è anche mentalmente.
L’Atalanta rimane agganciata al famoso treno ma ha rischiato di rimetterci la pellaccia contro lo Spezia a conferma che non è mai una buona idea prendere sotto gamba l’avversario. Men che meno quando questo ha motivazioni molto più solide di te. Surclassa l’avversario quando c’è ancora tanta partita da completare e infatti poi gli tocca di soffrire. Se c’era da imparare una lezione, l’ha imparata certamente.
Non si doveva muovere di un millimetro, invece la classifica si è mossa eccome: soprattutto per l’Inter, che in un solo colpo ha fatto un balzo da giaguaro, dal settimo al quarto posto. Lo stesso che ha fatto all’indietro il Milan. La prossima giornata andrà in scena la quadriglia Milano-Roma e l’Atalanta che, impegnata a guardare verso l’alto, ospiterà una Juve con progetti ugualmente ambiziosi. Le migliori sei (dopo il superNapoli) che si scontrano tra loro: l’oroscopo pronostica ribaltoni, con vista sull’Europa.
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