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La Juventus arranca in questo inizio di stagione e i riflettori sono tutti sul predestinato, il maestro Pirlo: è già finita Pirlolandia?
Il Barcellona spegne Pirlolandia
Partiamo dai numeri, che non spiegano tutto ma danno un quadro di riferimento: la Juventus in questo inizio di stagione ha giocato 6 partite (più quella non disputata e vinta a tavolino col Napoli), e di quelle ne ha vinta solo una, la prima di campionato contro una Sampdoria piuttosto rabberciata e in piena sessione di calciomercato. Dunque, se le partite si giocano, la Juventus di Pirlo non vince quasi mai.
Anche ieri sera, nel secondo turno di Champions League, la sua Juventus ha perso in casa 2-0 dal Barcellona, o almeno crediamo fosse il Barcellona era difficile capirlo dalle maglie pigiama rosa, che sembravano disegnate da un bambino durante l’intervallo a scuola.
In campo, rispetto agli standard attuali dei bianconeri, non hanno nemmeno giocato male, un passo avanti rispetto ai pareggi contro Crotone e Verona. Ma non poteva bastare contro un Barcellona ancora lontano parente dello squadrone di qualche stagione fa, ma ancora troppo distante. La squadra di Koeman per larghi tratti ha dominato.
Reti di Dembele e poi nel finale di Messi su rigore provocato da una sciagurata entrata di Bernardeschi mandato in campo da Pirlo pochi minuti prima.
I bianconeri possono recriminare per tre gol annullati a Morata per fuorigioco: uno netto, due per centimetri. Ma all’interno della gara sono stati episodi occasionali, la squadra non ha mai dato l’impressione di essere realmente dentro la partita.
Pirlo non è Zygmunt Bauman
Ora, soprattutto tra i tifosi e sui social, sta iniziando la crocifissione di Pirlo. Il maestro, come da sessanta giorni il tam tam mediatico ha deciso di battezzare il povero Andrea, sta facendo terribilmente fatica, tanto che questa inopinata beatificazione preventiva, sta rischiando di bruciarlo clamorosamente.
A due giorni dal match col Barcellona, dopo un pareggio stentato col Verona, si può mai parlare di Juve destrutturata?!
Fare le pulci per una squadra che vince da nove anni consecutivamente il campionato può apparire assurdo, ma nel calco tutto va contestualizzato. La Juventus forte di una supremazia economica schiacciante sul resto della concorrenza, ha sostanzialmente fatto corse in solitaria negli ultimi anni, a parte qualche (contestato) duello occasionale come quello col Napoli di Sarri.
Europa & Bilanci
Il vero banco di prova è stata l’Europa, tra le corazzate di pari livello e il bilancio, in campo e nei conti aziendali, è in rosso.
Ma non è Pirlo che ha portato a Torino, pagandoli a peso d’oro, prima Bernardeschi e D. Costa, poi con ingaggi spropositati Rabiot e Ramsey e adesso Chiesa e Arthur, a bilancio per 60 e 82 milioni: nessuno di questi è un top player. Ma il focus è tutto, anche abbastanza comodamente per Paratici and co, sul maestro Pirlo.
C’è qualcuno tra gli addetti ai lavori di giornali, tv, radio e siti web che ritenga normale la narrazione che si sta facendo da 70 giorni sul conto di Pirlo?
In un crescendo rossiniano Andrea crea, dirige, compone.
E alla prima vittoria contro la corazzata Sampdoria, siamo già alla Juve Pirlotecnica!
Ma c’è di più, Andrea è anche il più sexy…
Probabilmente Pirlo ci stupirà, con un po’ di tempo a disposizione sistemerà tutto e i bianconeri torneranno il solito rullo compressore, Pirlolandia si rivelerà come Bernadette nella grotta. Ma fossimo in lui, per il momento, cominceremmo a dissociarci pubblicamente da questi peana sul calcio liquido. Lo dicesse chiaramente, con quella sua espressione imperturbabile alla Bill Murray: signori, non sono Zigmunt Bauman, lasciatemi lavorare e ne riparliamo tra un mese.
Ma nel calcio un mese è una vita e come niente puoi passare da vate della Continassa a Oronzo Canà.
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