Il ritorno della Salernitana in Serie A ha aperto il dibattito sul futuro del club granata, promosso in massima categoria a 23 anni dall’ultima volta.
Salernitana in Serie A, cosa farà Lotito?
L’ultima volta era stato nel 1999, era la Salernitana in Serie A del presidente Aniello Aliberti e dei giovani Gattuso e Di Vaio in campo. Poi il lento declino fino al fallimento del 2011. Ora è la Salernitana di Claudio Lotito che torna in serie A dopo una scalata durata dieci anni. Ma c’è un però, ormai noto a tutti gli appassionati d calcio e amenità collegate: Lotito, già proprietario della Lazio, da regolamento non può possedere un altro club, tanto più nella stessa categoria. Idem per suo cognato Marco Mezzaroma, socio al 50%.
I due hanno usufruito di una deroga nel corso degli ultimi anni, ma la Figc non è più disposta a concederne. Il presidente Gravina, alla vigilia di Pescara-Salernitana, la partita che ha sancito la promozione dei granata, è stato chiaro: Tutti sanno che la Lazio e il club campano hanno la stessa proprietà e la stessa situazione di controllo non può essere mantenuta, pena la mancata iscrizione al campionato.
Cosa succederà ora? La prima uscita del vulcanico presidente è stata da autentico azzeccagarbugli: “Mi atterrò pedissequamente al rispetto delle norme, per chi sa leggerle.”
Iniziamo bene! Cosa vuol dire: per chi sa leggerle? Quale altra interpretazione che non cogliamo c’è dietro le righe? Altra questione: se pure non ci fosse un retroscena normativo specifico, come andrebbe letto un regolamento che per quasi un decennio è stato derogato?
Anche perché, a una prima lettura, pare non esiste nessuna norma che obblighi esplicitamente a cedere, ma solo alla cessazione della situazione di controllo. Una formula piuttosto vaga e interpretabile che potrebbe dar adito a dispute e ricorsi, seppur a rigor di logica ci sia solo una lettura chiara, ossia cedere.
Il regolamento
La multiproprietà in una società a livello sportivo è vietata da regolamento, attraverso lo statuto della Figc e le Norme organizzative Interne Federali.
Per quanto riguarda lo statuto Figc c’è l’articolo 7: Non sono ammesse partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto.
Il cavillo che ha consentito le deroghe in questi anni è nel fatto che si specifica che la norma limita il controllo plurimo solo tra i professionisti, e dunque ecco che Lotito e Mezzaroma rilevarono la Salernitana dopo il fallimento del 2011, ripartendo dai dilettanti.
La stessa cosa, per farvi capire, è accaduta al Bari nel 2018 con De Laurentiis, patron del Napoli, che si aggiudicò il bando indetto dal comune. Sempre dalla Serie D, inoltre, il proprietario dell’Hellas Verona Maurizio Setti ha acquistato nel 2018 le quote del Mantova. Nel Consiglio Federale dello scorso 26 aprile, su proposta del presidente Gravina, è stato però posto un divieto per tali situazioni «anche nell’ipotesi in cui una società dilettantistica, controllata da un soggetto impegnato come socio di controllo nel professionismo, salga in Serie C».
Per quanto riguarda invece le Norme organizzative Interne Federali c’ è l’articolo 16 bis, in cui il divieto alle partecipazioni plurime viene esteso «in società appartenenti alla sfera professionistica o al campionato organizzato dal Comitato Interregionale», dunque anche tra i dilettanti, coinvolgendo pure «parenti o affini entro il quarto grado». Dunque niente escamotage com figli (Enrico Lotito, che tramite Omnia Service controlla il 50% della Salernitana), e cognati (Marco Mezzaroma, azionista di riferimento della Morgensten, proprietaria dell’altro 50% della Salernitana).
Le uniche eccezioni arrivano dal comma 4: Qualora il controllo derivi da successione mortis causa a titolo universale o particolare, o da altri fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati.
In caso contrario, le sanzioni sono elencate al comma 3: ” L’avvio del procedimento disciplinare comporta la sospensione dei contributi federali, da revocarsi in caso di pronuncia definitiva, favorevole alle società” e in caso di inosservanza del divieto alla scadenza del termine per l’iscrizione al campionato, “le società oggetto di controllo non sono ammesse al campionato di competenza e decadono dai contributi federali”.
Cosa deve fare Lotito?
Lotito deve cedere uno dei due club. Il punto B delle disposizioni transitorie prevede che con l’eventualità che due o più società appartenenti allo stesso soggetto arrivino a disputare lo stesso campionato, come Lazio e Salernitana nella stagione 2021/22: la Figc assegna ai soggetti interessati un termine perentorio non superiore a 30 giorni, entro il quale dovrà darsi luogo alla cessazione della situazione di controllo.
Lotito ha dunque 30 giorni per non essere più proprietario di una tra Lazio e Salernitana. Si può discutere su quando debba partire il countdown (30 giorni dalla promozione della Salernitana? 30 giorni dalla fine della stagione 2020/21? 30 giorni dal termine per le iscrizioni, fissato al 21 giugno?), ma non sulla sostanza.
Uno dei due club deve dunque essere venduto o, quantomeno, non deve più risultare di proprietà dello stesso soggetto o ad esso riconducibile. Quest’ultima interpretazione aprirebbe la strada a un’altra ipotesi: quella per cui Lotito e Mezzaroma non risultino più formalmente soci della Salernitana, cedendola a un trust, anche se appare difficilmente giustificabile: il trust è un rapporto giuridico nel quale una persona amministra dei beni sui quali ha il controllo per conto di terzi che ne sono beneficiari.