Esiste ancora il pugilato? È praticamente scomparso dai circuiti televisivi, anche da quelli a pagamento perché non rende quanto gli sport maggiori, ma lontano dalle telecamere ci sono atleti e appassionati, palestre e tifosi, e ci sono ancora le serate, come il Memorial Fabio Bettinetti a Livorno, con i pugili di casa Federico Gassani e Jonathan Sannino che si aggiudicano la vittoria. Il nostro inviato ce lo racconta.
Quando i cazzotti fanno del bene: al 1° Memorial Fabio Bettinetti vittorie di Gassani e Sannino
Chiunque abbia praticato il pugilato sa che i cazzotti fanno male, ma stasera sono anche benefici, nel senso che parte dell’incasso della serata (organizzata dalla Spes Fortitude e dedicata a Fabio “Fabino” Bettinetti, morto nel 2020 a 49 anni dopo lunga malattia) va alla LILT Livorno, per la precisione sono stati raccolti 600 euro.
E poi che cosa c’è di meglio dei cazzotti per sottrarsi allo sdolcinato clima natalizio? Cinque incontri dilettanti e due pro (è stato rinviato il debutto del superwelter Rocco Vassallo), il PalaCosmelli è gremito nei limiti in cui lo consentono le norme anti COVID, ci sono anche tante famiglie, insomma una bella festa popolare.

Federico “Super” Gassani vince per kot coi bimbi che gridano “ammazzalo!”
I dilettanti, alcuni giovanissimi, hanno tutti combattuto bene, non si offendano se passiamo direttamente a parlare dei pro, entrambi livornesi della scuderia Spes. Il mediomassimo Federico Gassani (8-0-1), 38 anni, è atteso dopo la bella vittoria di Torino per kot del 3 dicembre scorso contro Maurizio Lovaglio, si trova di fronte Bogdan Malinovic (4-1-1), un 19enne della Bosnia-Erzegovina che appare decisamente inadatto alla bisogna.
È da subito in difficoltà, Gassani lo martella ai fianchi -anche doppiando il colpo- e così facendo lo atterra tre volte nella prima ripresa (non bisognerebbe mai pensare “se salivo sul ring io, facevo una figura migliore”, ma è esattamente ciò che mi è venuto in mente; ovviamente a condizione di avere qualche decennio in meno). Nel secondo round Gassani sembra non volere infierire, ma ciononostante l’avversario non riesce proprio a fare nulla, e allora il livornese si ricorda che la boxe non conosce pietà e lo stende definitivamente.
Alla mia destra c’erano seduti tre bimbetti che non toccavano terra coi piedi, uno di essi ha accompagnato le fasi più vibranti del match gridando “ammazzalo!” con una vocina assai decisa. È anche per questo che amo il pugilato.


Botte da orbi fra Jonathan “T34” Sannino e Giorgi Gachechiladze
Siamo nei pesi supergallo, il 28enne Jonathan Sannino (13-2-1), il cui soprannome “T34” è la denominazione di un carro armato dell’URSS, incontra l’esperto georgiano Giorgi Gachechiladze (16-41-1), di anni 35, nel suo record ci sono 21 ko subiti ma anche 9 inflitti agli avversari, è uno che accetta tanti match senza essere necessariamente la vittima predestinata. Non è la prima volta che lo vedo combattere e anche stasera dimostra una buona efficacia nei colpi e soprattutto grande capacità di incassare, Sannino vince ai punti con merito, al prezzo di una gran fatica e di qualche rischio.

La notte finisce in un ex cinema trasformato in un bel pub (ci sono ancora le tende di velluto a dividere gli ambienti) a parlare di politica nazionale e locale, e delle differenze fra Cecoslovacchia e Polonia nelle eredità del socialismo reale. È anche per questo che amo Livorno.

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