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Il ritiro sociale tra gli adolescenti è un fenomeno che sta prendendo piede in Italia, con una particolare accelerazione negli anni successivi alla pandemia di COVID-19. Un nuovo studio del gruppo MUSA dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr-Irpps ha portato alla luce dati preoccupanti sull’isolamento dei giovani, con un aumento significativo di adolescenti che non incontrano più i propri amici nel mondo extrascolastico.
Questo fenomeno, che coinvolge una parte crescente della popolazione giovanile, è un riflesso delle mutazioni sociali in atto, accentuate dalla pandemia e dalle trasformazioni legate all’iperconnessione digitale.
L’isolamento sociale degli adolescenti: dati della ricerca
Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Reports, si è basato su due indagini condotte rispettivamente nel 2019 e nel 2022, analizzando oltre 7.500 adolescenti tra i 14 e i 19 anni, studenti delle scuole secondarie di secondo grado.
I risultati sono allarmanti: la percentuale di adolescenti che non si incontrano più con gli amici fuori dalla scuola è passata dal 5,6% nel 2019 al 9,7% nel 2022. Questo aumento si inserisce all’interno di una più ampia crescita del fenomeno dell’isolamento sociale, che ha visto il numero dei cosiddetti “lupi solitari” triplicare, passando dal 15% al 39,4% in soli tre anni.
Diversi fattori contribuiscono al crescente isolamento sociale degli adolescenti. Tra i principali, i ricercatori identificano l’iperconnessione digitale, ossia l’uso eccessivo dei social media, che ha un impatto diretto sulla qualità delle interazioni sociali e sul benessere psicologico dei giovani.
I social media, pur favorendo forme di socialità virtuale, non riescono a sostituire la qualità delle relazioni faccia a faccia. Inoltre, l’esposizione continua a contenuti che pongono standard estetici e comportamentali irraggiungibili influisce negativamente sull’autostima dei giovani, alimentando un senso di inadeguatezza.
Un altro fattore determinante è la scarsa qualità delle relazioni familiari, in particolare con le madri, e la bassa fiducia relazionale nei confronti di genitori e insegnanti. Il fenomeno è anche alimentato dalla presenza di esperienze negative come il cyberbullismo e il bullismo tradizionale, che aumentano la sofferenza psicologica e favoriscono la tendenza al ritiro sociale.
Differenze di genere
Sebbene il fenomeno riguardi entrambi i sessi, le ragazze risultano essere leggermente più inclini a ritirarsi socialmente rispetto ai ragazzi. Tuttavia, non emergono differenze significative legate alla tipologia di scuola frequentata o al background socio-economico delle famiglie. Ciò indica che il ritiro sociale sta diventando un problema trasversale, che colpisce tutte le categorie sociali e non è limitato a specifici gruppi o aree geografiche.
Il ritiro sociale ha implicazioni significative sul benessere psicologico dei giovani, tra cui l’aumento delle ideazioni suicidarie e una crescente disconnessione emotiva e sociale.
I giovani che sperimentano un isolamento fisico tendono a ridurre anche la loro presenza sui social, il che suggerisce una totale rinuncia alla socialità e un progressivo allontanamento dalle esperienze di connessione con i pari.
Influenza dei Social Media
L’iperconnessione e il continuo confronto con la vita degli altri, mediato dai social, creano un ambiente in cui i giovani si sentono inadeguati, promuovendo così l’isolamento. Questi strumenti, nati con l’intento di connettere le persone, stanno in realtà contribuendo alla frammentazione delle relazioni reali, minando l’autostima e creando un vuoto emozionale.
La ricerca ha evidenziato che i giovani ritirati socialmente hanno un uso dei social media più moderato, ma anche questo contribuisce a una forma di disconnessione dalle dinamiche sociali tradizionali.
Un fenomeno globale
Il fenomeno del ritiro sociale, che in Giappone è stato descritto con il termine hikikomori, si sta diffondendo anche in Occidente, con caratteristiche simili. Questo trend solleva interrogativi su come il sistema educativo e la società in generale affrontino il benessere psicologico degli adolescenti. È necessario intervenire tempestivamente con politiche educative, sociali e sanitarie che supportino i giovani e prevengano forme estreme di isolamento.
La ricerca evidenzia l’urgenza di interventi educativi rivolti a genitori, insegnanti e professionisti della salute mentale. È fondamentale che le scuole, in particolare, si facciano carico del benessere psicologico degli studenti, incoraggiando attività che favoriscano le relazioni faccia a faccia e contrastando l’uso eccessivo dei dispositivi elettronici.
Il gruppo MUSA del Cnr-Irpps sta attualmente portando avanti una nuova ricerca longitudinale, chiamata “Mutamenti Interazionali e Benessere”, che seguirà per cinque anni l’evoluzione di questo fenomeno. L’obiettivo è approfondire le cause del ritiro sociale e studiare come intervenire in modo efficace per ridurre l’isolamento adolescenziale.
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