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A due giorni dalle dichiarazioni di Donald Trump sul desiderio di annessione, anche militare, della Groenlandia, l’Unione Europea non ha ancora rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale. Una prova di manifesta incapacità politica e di mancanza d’identità.
Le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia e il silenzio dei leader europei
Né Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, né Kaja Kallas, primo ministro estone e figura di rilievo nel Consiglio Europeo, hanno preso posizione su questa vicenda.
Finora, solo il governo e la corona danese, insieme al ministro degli Esteri francese e un portavoce del governo tedesco, hanno espresso preoccupazione per le dichiarazioni di Trump. Anche l’Italia è rimasta in silenzio. Ma se nel nostro caso pesa la concomitanza con la questione ‘Sala‘ e la questione di opportunità nel manifestare posizioni sgradite a Washington (che in ogni caso non ci sarebbero state, ovviamente), questa inattività solleva invece interrogativi sulla capacità dell’UE di rispondere a manifestazioni di prepotenza che minacciano la sovranità di paesi europei da parte dei cosiddetti ‘alleati’.
Immaginate se invece di Trump le minacce di annessione della Groenlandia fossero state pronunciate da Xi Jinping. Saremmo già alle sanzioni contro Pechino-
Il silenzio dell’UE potrebbe essere interpretato come una sottovalutazione della gravità della situazione o come una dimostrazione dell’incapacità dell’Unione di definire una posizione geopolitica chiara.
Per agire con efficacia nei rapporti di forza globali, è necessario avere un profilo identitario solido e una coscienza di sé. Tuttavia, l’UE, nonostante i decenni di esistenza, sembra mancare di entrambe le cose.
Le dichiarazioni di Romano Prodi
Romano Prodi, in un’intervista su La7, ha sottolineato come la vicinanza di Giorgia Meloni a Trump possa essere funzionale a un progetto politico di disgregazione europea. Sebbene non sia chiaro se la fine dell’UE sia davvero nei piani di Trump, è evidente che figure come Elon Musk stanno investendo nei partiti di estrema destra sovranisti per indebolire l’Unione.
Tuttavia, la disgregazione dell’UE potrebbe avere conseguenze economiche negative per gli Stati Uniti e generare un caos geopolitico che offrirebbe alla Russia nuove opportunità di proiezione d’interessi verso l’Occidente.
L’UE, un entità subalterna
L’UE, che sia sotto l’influenza di amministrazioni americane di diverso orientamento politico, sembra essere percepita come un’entità subalterna, incapace di agire autonomamente e culturalmente dipendente dagli Stati Uniti. Questo status quo soddisfa gli interessi americani, mantenendo l’Unione debole e frammentata, incapace di rappresentare una reale forza geopolitica.
Il controllo delle estreme destre da parte di Musk e Trump sembra mirare a orientare le pulsioni disgreganti all’interno dell’UE, riducendo a zero il suo potenziale politico. In Italia, questo esperimento sta già mostrando segni di successo, con una crescente influenza delle forze sovraniste.
Esistono margini per una soluzione? Gli attuali equilibri non sembrano offrire vie d’uscita concrete. Le elezioni tedesche e francesi potrebbero fornire indicazioni sul futuro dell’UE, ma è necessario evitare illusioni su un possibile ritorno a un passato glorioso. Riformare un’istituzione così grande e divisa, condizionata dall’egemone americano, appare un’impresa titanica.
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