La tv degli opinionisti infettivologhi, poi tutti strateghi e ora politologi. Giornalismo da straripamento. Ma la guerra in Ucraina è finita e non ce ne siamo accorti? Il punto di Ennio Remondino per Remocontro*.
La tv degli opinionisti-trasformer. Giornalismo da straripamento
Terribili tempi politico-televisivi si preparano, con l’invasione dei conduttori-trasformer e direttori a batteria pronti alla maratona tv dalle retrovie di Montecitorio, dopo aver mal frequentato quelle di Kiev e del Donbass, sempre privilegiando i rifugi e le cantine ai tetti da cui narrare. Lontano sempre comunque da ogni virus di dubbio. Si tratti di Covid o di Nato, di Buoni o di Cattivi.
Perché, come è universalmente noto soprattutto in guerra, i Buoni e i Cattivi sono categorie assolute e non esiste la virtù del dubbio. Almeno finché i Buoni ufficiali vincono facile. Dopo sarà persino ammesso qualche dubbio. Tanto dopo e poco dubbio.
Sta a vedere che ad occuparci di Ucraina rimarremo solo noi
Per ‘scelta editoriale’ (due amici e quattro gatti), abbiamo scelto di non cadere nella trappola del racconto di trincea standone lontano. Primo per età, poi per esperienza. Se le guerre vere le hai frequentate a lungo. Capendo, per prima cosa, che l’arma più diffusa e usata da tutti è proprio la bugia, e che il solo giornalismo gradito da chi comanda nei dintorni, è quello che più sa abbellire i comunicati degli Stati maggiori.
Studio Tv a bordo campo di battaglia
Sia chiaro che i ‘cattivi’, su cui stiamo sparando noi adesso, non sono i militari che fanno solo il loro mestiere per spingere all’errore l’avversario, né il reporter pur bravo che non ha elmetto o giubbotto da bugia. Il vero colpevole di tutto ciò? È l’audience tv. Se trasformi anche la guerra in talk televisivo a coprire palinsesti deserti e a mostrare la tua faccia, in una successione di collegamenti inutili in cui l’inviato sul campo è costretto a ripetersi senza alcuna possibilità di verificare, ecco che ‘Bassora è caduta, no, non è caduta, si, no, forse’. 99 volte prima di quella vera.
L’ormai prevalente politica
A voler dedicare un po’ di attenzione alla prima ondata di approfondimenti politici da piena calura estiva, potremmo arrivare a tracciare interessanti paralleli tra schieramenti sanitari, bellici o politici. Ad esempio, io vedo molto i vecchi No-Vax in una ipotetica versione No-Draghi. E ritorni giornalistici classici di cui forse qualcuno aveva persino rimpianti. Ad esempio, la minaccia dei migranti. Ma io di politica italiana capisco forse poco, o capendone un po’, scappo verso altri per me più consueti scenari di conflitto.
In Ucraina la guerra come va davvero?
Prossimi clamorosi annunci di altre armi dal fronte Usa, ma quell’arsenale da fine del mondo sta aiutando gli ucraini a difendere la loro terra e loro stessi dall’aggressore russo? Fonti controverse (sempre e tutte, Stoltenberg per primo). La guerra che prima doveva essere di conquista russa lampo e che poi si trasforma in sfida di logoramento in cui l’Ucraina è solo campo di battaglia nella guerra Usa-Nato anti Russia. Una guerra che stai sempre per vincere e, qualche volta, ammetti persino di poter perdere.
Tante super armi Usa, ma chi le sa usare?
Fonti militari non ufficiali Usa affermano che «Da metà aprile, l’Ucraina ha perso più di 1.000 persone ogni giorno nel Donbass. La maggior parte di queste vittime sono tra i soldati più esperti e più forti». Il fatto che l’Ucraina stia subendo gravi perdite viene ammesso sempre più spesso dagli stessi vertici di Kiev. E ora anche lì, dalla compattezza della prima resistenza patriottica si passa al contrasto di valutazioni politiche sul come uscirne. Secondo il capo della fazione parlamentare del partito di governo ‘Servo del popolo’, David Arakhamia, l’Ucraina perde 200-500 persone al giorno.
Perdita umane insostenibili
Il quotidiano Daily Mail del 10 luglio ha riferito che le forze armate stanno perdendo fino a 20mila militari ogni mese. Mentre secondo il Wall Street Journal, l’utilizzo delle armi della NATO al fronte, a causa della loro diversità e complessità, è diventato un “incubo delle forze armate ucraine”. Uno studio del Modern War Institute sostiene che solo il 20% dei militari ucraini ha mai sparato.
In questi giorni, a conclusione di questa un po’ strampalata cronaca/ragionamento, sul primo quotidiano italiano, Corriere della Sera, più volte è accaduto di non aver trovato una notizia sulla guerra in Ucraina. Che sia finita e non ce ne siamo accorti?
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