Elly Schlein è la segretaria progressista di rappresentanza, perfetta nella nuova dimensione liberal del ruolo, fedele al mercato, all’alta società, ma accompagnata da parole d’ordine colorate di venature rivoluzionarie. Tu chiamale se vuoi, armocromie…
La sinistra liberal e le armocromie di Schlein
Sta facendo molto discutere l’intervista della segretaria dem Elly Schlein su Vogue, noto magazine di riferimento per il modo del lavoro italiano. Non sono mancati eccessi e in qualche caso attacchi che per violenza hanno superato le stesse parole messe sotto accusa.
La difesa d’ufficio – che non manca mai in Italia verso i potenti – è che nell’intervista si contano 30 domande divise su politica estera, leadership, ambiente, diseguaglianze, salari, nazionalismi, e una sola domanda su abiti e look, a cui la segretaria dem da una risposta racchiusa in cinque righe.
Ma il punto è proprio questo: che in quelle cinque righe la Schlein da una notizia. Dice effettivamente qualcosa di concreto, riconoscibile. Ci dice qualcosa di lei che può darci indizi per capire anche l’altro. Il non detto.
Già, perchè nel resto delle risposte non dice nulla, se non ribadendo la solita solfa della sinistra liberal “compatibile” del ceto medio riflessivo benestante. Schlein si guarda bene dall’esternare qualsiasi cosa possa incrinare la sua immagine arcobaleno griffata perchè su di lei è in atto un investimento emotivo prepolitico, sganciato da una visione del mondo e del paese.
Lei è la segretaria progressista di rappresentanza, perfetta nella nuova dimensione liberal del ruolo, che la vuole come una start up rampante, fedele al mercato, all’alta società, ma accompagnata da parole d’ordine colorate di venature rivoluzionarie.
Elly Schlein è infatti la proiezione delle aspirazioni individuali di chi appartiene o agogna ad appartenere ai ceti benestanti, ovvero a una vita apparecchiata con qualche bel vestito, viaggi, letture ambientaliste e tanto paternalismo su chi sta peggio.
E infatti è riuscita a diventare segretaria del PD senza parlare mai né di guerra né di Europa. Qualcuno sa cosa pensa la leader dem sulla riforma del Patto di stabilità, a tutt’oggi una delle questioni politiche principali per il futuro della nostra economia? La segretaria del Pd non dice nulla.
Gli opinion leader di quest’area sono quelli che impongono se stessi come modello sociale positivo, culturalmente accettabile; si tratta dell’area europea, scolarizzata, sensibile ai diritti, la sinistra perbene e integrata, tendenzialmente immune dalle crisi economiche.
Quest’area politica non ammette concorrenti alla sua sinistra anche se non perde occasione per manifestare il suo antifascismo sebbene espunto di tutti i suoi caratteri sociali originari. L’antifascismo della post sinistra è infatti puramente estetico, è una posa, non una politica.
Elly Schlein può riattivare “connessioni sentimentali” solo con il suo mondo di riferimento, recuperando astensioni e abbandoni da sfinitezza esangue per le sonore sconfitte ricorrenti.
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