www.kulturjam.it è un quotidiano online indipendente completamente autofinanziato. Il nostro lavoro di informazione viene costantemente boicottato dagli algoritmi dei social. Per seguirci senza censure, oltre alla ricerca diretta sul nostro sito, iscrivetevi al nostro canale Telegram o alla newsletter settimanale.
Il trumpismo radicale si è smorzato in prudenza: poche differenze con Biden, UE meno nemica, pace in Ucraina lontana. Meloni fa da ponte con Bruxelles, svendendo però il welfare. E persino “La Repubblica” potrebbe diventare trumpiana, mentre l’allarme si sposta sulla Cina.
Il Trump dimezzato
Si ha l’impressione che quell’impeto radicalizzato del trumpismo, al quarto mese di presidenza, si sia dissolto nella prudenza e nella continuità sostanziale con le vecchie amministrazioni.
Se i fondi di investimento hanno in mano il sistema pensionistico americano e, di conseguenza, possono far saltare il banco, c’è poco da fare i gradassi.
Piano piano si arriverà alla sostanziale indifferenza tra le determinazioni programmatiche di Biden e quelle di Trump.
Tanto che la pace in Ucraina sembra non essere proprio all’ordine del giorno. Ma, soprattutto, il fastidio verso la UE appare sempre meno convinto.
Il margine diplomatico del viaggio meloniano sta tutto qui, fare da ponte tra Casa Bianca e Bruxelles, ma contemporaneamente svendere il nostro welfare al capitalismo Usa.
Così da poter pianificare un prossimo vertice tra Stati Uniti e Unione Europea, senza troppe incomprensioni.
Potremmo osservare, quindi, una tonalità nuova nei confronti di Trump, anche da quegli ambienti così indignati e accigliati per la fine della gloriosa democrazia americana, come la redazione de “La Repubblica”. Li potremmo riscoprire in trumpiani illuminati.
L’attenzione e la delimitazione del campo da gioco si sposteranno sulla considerazione della Cina; oggi trattata più che benevolmente dall’europeismo meno soggiogato al cappio atlantico, ma possibile oggetto di ingiurie a reti unificate quando l’anomalia Trump sarà definitivamente disinnescata.
Già sembra di ascoltare il coro degli anchorman democratici di pregio che, con benevola accondiscendenza, rovesceranno le preoccupazioni sul fascismo alle porte in angoscia per la Cina comunista e totalitaria.
Sostieni Kulturjam
Kulturjam.it è un quotidiano indipendente senza finanziamenti, completamente gratuito.
I nostri articoli sono gratuiti e lo saranno sempre. Nessun abbonamento.
Se vuoi sostenerci e aiutarci a crescere, nessuna donazione, ma puoi acquistare i nostri gadget.
Sostieni Kulturjam, sostieni l’informazione libera e indipendente.
Leggi anche
- La psicosi bellica della Polonia, bastione NATO con l’ossessione del riarmo
- Calenda, Picierno and co: democrazia sì, ma solo se obbedisci
- Bastonati e traditi: la repressione dei pensionati argentini sotto il governo Milei
- Franceschini contro i padri: la guerra dei cognomi mentre il Paese affonda
E ti consigliamo
- Shidda
- Noisetuners
- Novecento e oggi
- A sud dell’impero. Breve storia della relazione sino-vietnamita
- Sintropie. Mondo e Nuovo Mondo
- Musikkeller, un luogo-non luogo
- Breve guida per riconoscere il “coatto”
- Achab. Gli occhi di Argo sul carcere
- La terra di Itzamnà: alla scoperta del Guatemala
- Dittature. Tutto quanto fa spettacolo: si può essere ironici su temi serissimi e al contempo fare opera di informazione e presidio della memoria?
- Il soffione boracifero: ritorna dopo 10 anni il romanzo cult
- Cartoline da Salò, nel vortice del presente