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Il Trump dimezzato: dal pericolo globale alla gestione ordinaria

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Il trumpismo radicale si è smorzato in prudenza: poche differenze con Biden, UE meno nemica, pace in Ucraina lontana. Meloni fa da ponte con Bruxelles, svendendo però il welfare. E persino “La Repubblica” potrebbe diventare trumpiana, mentre l’allarme si sposta sulla Cina.

Il Trump dimezzato

Si ha l’impressione che quell’impeto radicalizzato del trumpismo, al quarto mese di presidenza, si sia dissolto nella prudenza e nella continuità sostanziale con le vecchie amministrazioni.

Se i fondi di investimento hanno in mano il sistema pensionistico americano e, di conseguenza, possono far saltare il banco, c’è poco da fare i gradassi.

Piano piano si arriverà alla sostanziale indifferenza tra le determinazioni programmatiche di Biden e quelle di Trump.

Tanto che la pace in Ucraina sembra non essere proprio all’ordine del giorno. Ma, soprattutto, il fastidio verso la UE appare sempre meno convinto.

Il margine diplomatico del viaggio meloniano sta tutto qui, fare da ponte tra Casa Bianca e Bruxelles, ma contemporaneamente svendere il nostro welfare al capitalismo Usa.

Così da poter pianificare un prossimo vertice tra Stati Uniti e Unione Europea, senza troppe incomprensioni.

Potremmo osservare, quindi, una tonalità nuova nei confronti di Trump, anche da quegli ambienti così indignati e accigliati per la fine della gloriosa democrazia americana, come la redazione de “La Repubblica”. Li potremmo riscoprire in trumpiani illuminati.

L’attenzione e la delimitazione del campo da gioco si sposteranno sulla considerazione della Cina; oggi trattata più che benevolmente dall’europeismo meno soggiogato al cappio atlantico, ma possibile oggetto di ingiurie a reti unificate quando l’anomalia Trump sarà definitivamente disinnescata.

Già sembra di ascoltare il coro degli anchorman democratici di pregio che, con benevola accondiscendenza, rovesceranno le preoccupazioni sul fascismo alle porte in angoscia per la Cina comunista e totalitaria.

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Ferdinando Pastore
Ferdinando Pastore
"Membro dell'esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista, ha pubblicato numerosi articoli di attualità politica incentrati sulla critica alla globalizzazione dei mercati e sui meccanism di funzionamento dell'Unione Europea. Redattore dell'Interfenreza e editorialista de Il Lavoro"

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