Covid e autobus, arriva la svolta: il CTS dopo attente verifiche ha stabilito che il virus non potrà salire sui mezzi pubblici pieni non oltre l’80%
Covid, autobus e CTS: un viaggio avventuroso
Dopo giorni di analisi, verifiche e di intenso confronto con tutte le parti coinvolte, il Comitato Tecnico Scientifico ha stabilito capienza massima all”80% sui bus, separatori e dispenser a bordo. L’intesa prevede di arrivare al 100% per le distanze inferiori ai 15 minuti. La riduzione sarà più sui posti in piedi che su quelli a sedere. Ipotesi di separatori tra i sedili. Fondi per 350 milioni alle Regioni e agli enti locali
In seguito a questa intesa il CTS ha intimato al SARS-COV-2 di non trasmettersi sugli autobus e sulle metropolitane, fintantoché siano pieni non oltre l’80%
In qualche ricerca che ancora non è stata resa nota, supponiamo, sarà emerso evidentemente che il virus, oltre all’intelligenza biologica che lo porta alle mutazioni, deve averne anche una pratica che lo porta non solo a contare, ma anche a leggere la targhetta della capienza massima sui mezzi pubblici.
E, sempre da quest’elaborata analisi, si è arrivati a concludere che il covid sia anche cortese nei modi, poiché, anche se la capienza arrivasse al 100%, il virus aspetterà 15 minuti prima di agire.
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L’odissea quotidiana di un alunno
Analizziamo ora l’odissea di un ipotetico alunno che la mattina esce di casa per andare a scuola, considerando i fattori standard, senza tutte le possibili eccezioni che, durante l’anno, tendono a divenire la norma.
Il suddetto studente per raggiungere l’edificio scolastico deve prendere solo un autobus. Rispetto ad altri giovani è fortunato ma non così fortunato, perché il tragitto da casa a scuola dura più dei 15 minuti stimati dal CTS per evitare la viralità potenzialmente infettiva.
Ergo il prode alunno va alla fermata, aspetta, sale sull’autobus e comincia a contare le persone a bordo.
Su 20 posti a sedere e 80 in piedi, l’80% corrisponde a 80 persone (quindi il virus aiuta anche in aritmetica).
E riconta a ogni fermata, ovviamente, è dunque un calcolo da aggiornare continuamente.
A un certo punto del tragitto scatta l’alert: a bordo ci sono 83 persone! Che fare? L’alunno avvia il timer: 15 minuti. Le persone non diminuiscono, anzi, aumentano. E poi c’è un semaforo, dopo poco un altro semaforo (e siamo a 12 min)… arriva un tratto fermo per il traffico… (8 min), un rallentamento ad un l’incrocio… (5 min) le strisce pedonali con altri studenti (3 min… e muoviti! Comincia a crescere l’ansia nel ragazzo). Il tempo scorre, la scuola è ancora lontana. Il tempo scade!

Ragionamenti dello studente:
Persone a bordo (contate al volo) 85.
Troppe. Il virus ora attacca!
Mi attacca! (Perché chi e’ salito dopo ha ancora qualche minuto…)
Che fare?
Scendo, ovvio! E aspetto l’autobus dopo…
Riuscirò ad arrivare a scuola in tempo?
Vabbè, non importa, ho la giustifica pronta: ritardo per SARS-COV-2 oltre i 15 minuti…
Variabili fisse
E gli studenti che viaggiano in treno? Quelli che prendono più di un mezzo? I 15 minuti si cumulano o si resettano a ogni cambio mezzo? Per questo si attende fiduciosi un nuovo pronunciamento del Comitato Tecnico Scientifico.
E questa è l’andata. Finita la giornata a scuola, ci sarà il ritorno, stesse procedure?
Che dire… Buon anno ragazzi.
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