Per la riapertura delle scuole si naviga a vista. La strategia sembra ridursi a: iniziamo, vediamo come va e speriamo bene.
Riapertura scuole, a che punto siamo?
Per i sindacati il rientro a scuola a settembre è un miraggio. Per il Cts, colpo di scena, indossando la mascherina il metro di distanziamento previsto non serve più, almeno all’inizio.
Traduzione: non essendo pronte le scuole ad attuare i lavori necessari per ampliare i propri spazi o a trovarne di alternativi, per mancanza di fondi e di tempo, per riaprire ci si arrangerà, poi si vedrà. Si naviga a vista.
È pur vero che una situazione simile non si era mai verificata e i dati sono confusi, come anche le notizie che giungono dall’estero.
In Francia e Germania, con le scuole riaperte, son ripresi i contagi e molte di esse sono state immediatamente richiuse. Molte ma non tutte: a macchia di leopardo. E questa pare l’unica prospettiva certa del prossimo autunno: si interverrà sui vari focolai non sull’insieme del problema, fino a quando sarà possibile.
L’economia piange, i negazionisti soffiano, si spera non tornino a soffiare i ventilatori delle sale di rianimazione.
E le famiglie? i presidi e i docenti? Per loro, come unica strategia effettiva, non resta che incrociare le dita e sperare che Allah, Budda, Manitù e chi per essi siano clementi.

Ma cosa dicono le famigerate “linee guida”?
Le linee guida pubblicate dal Ministero dell’Istruzione per il rientro a scuola prevedono innanzitutto la sanificazione prima dell’inizio dell’anno scolastico; ma questa non comporterà l’obbligo di incaricare ditte specializzate. Cioè toccherà a quelli che una volta chiamavamo bidelli, eliminare con olio di gomito le impurità batteriche.
I ragazzi in classe dovranno rispettare tra loro la distanza di un metro lineare e di due metri lineari nella zona interattiva della cattedra’ma non da subito. Come già detto, con le mascherine per i primi tempi si potrà fare un eccezione. Sempre affidandosi a santi, dei e Avengers.
Riapertura scuole: e in caso di contagio?
Nel caso di un contagio la persona interessata dovrà essere immediatamente isolata e dotata di mascherina chirurgica, e si dovrà provvedere al ritorno, quanto prima possibile, al proprio domicilio, per poi seguire il percorso già previsto dalla norma vigente per la gestione di qualsiasi caso sospetto. Per i casi confermati le azioni successive saranno definite dal Dipartimento di prevenzione territoriale competente, sia per le misure quarantenarie da adottare, sia per la riammissione a scuola secondo l’iter procedurale normato’
E fuori dalle scuole? Nei trasporti per raggiungere gli stabili? Nelle palestre per le attività extrascolastiche?
Unica raccomandazione per tutto: distanziamento e mascherine.
E in caso di mancata osservazione delle regole?
Il personale scolastico dovrà far rispettare queste indicazioni e sarà anche il primo a pagare le conseguenze giuridiche e sanitarie determinate da eventuali focolai.
E in caso di mancato rispetto cosa faranno i docenti in aula? Rapporti disciplinari per mancato distanziamento, magari a ragazzini di 11 anni delle scuole medie? Convocheranno i genitori? Scatteranno sospensioni sempre per mancato distanziamento? No, ovviamente.
Ai poveri insegnanti toccherà essere petulanti e passare metà della lezione a spiegare e l’altra a richiamare le distanze e l’uso delle mascherine.
Il punto chiaro a tutti è che la Didattica a distanza è l’unica alternativa valida ed efficace per evitare eventuali focolai di Covid-19 ma il sistema produttivo del paese non può permettersi altri periodi di chiusura.
Dunque, si punta tutto su scongiuri e preghiere. D’altronde siamo il paese dei santi e degli avventurosi navigatori, no?