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Il governo italiano guidato da Giorgia Meloni sembra essere riuscito in un’impresa singolare: mantenere il consenso popolare nonostante la sua azione politica sia praticamente inesistente quando non palesemente deleteria.
L’esecutivo, composto in gran parte da figure politiche prive di visione e progettualità, vede fallire tutte le grandi riforme che aveva promesso. In Europa, Fratelli d’Italia, che era giunta al governo manifestando posizioni critiche verso Bruxelles e fautore dell’Italexit, si appresta a sostenere Ursula von der Leyen, una scelta che sottolinea l’ipocrisia di un partito che si proclamava “sovranista” ma che, in realtà, si dimostra opportunista.
Governo Meloni disastroso: senza idee e senza strategia
Giorgia Meloni, sempre più distante dall’immagine di leader carismatica, si è trasformata in una figura che parla quasi esclusivamente per attaccare gli avversari. Manca qualsiasi spirito propositivo: i suoi discorsi sono elenchi vuoti di promesse senza riscontri concreti.
L’unico modo per mascherare questa vacuità è concentrarsi sugli attacchi a chiunque non sia allineato: giornalisti, magistrati, professori, studenti universitari.
Il consenso che resiste: colpa della sinistra o svolta dell’elettorato?
Una spiegazione comune per il perdurare del consenso verso la destra è l’assenza di un’alternativa credibile a sinistra. Sebbene ci sia del vero in questa analisi, non basta a spiegare l’intera situazione. Non è credibile dire che figure come Francesco Lollobrigida o Matteo Salvini o Piantedosi godano di un’ampia fiducia.
Eppure, quando vengono criticate, la risposta è spesso: “E il PD allora?”. Una reazione riflessiva che rivela come la denuncia della sinistra sia diventata un alibi per molti elettori che, in realtà, si stanno spostando a destra.
Nonostante alle elezioni europee siano state presentate diverse liste alternative al PD, tutte hanno registrato risultati deludenti, anche quando hanno candidato figure di grande valore. Questo dimostra che il problema non è solo il Partito Democratico, ma un elettorato che si riconosce sempre più nelle posizioni della destra populista.
Una destra ribelle con le istituzioni, ma servile con il capitale
La destra italiana, ora legittimata dall’orientamento della destra americana, ha costruito una narrazione in cui trovano spazio le frustrazioni, i rancori e gli egoismi di una parte della popolazione che un tempo votava a sinistra. È una destra priva di idee concrete, ma la sua rozzezza e il suo sovversivismo offrono quel capitale simbolico che la sinistra, per timore o incapacità, non sa più fornire.
Questa finta ribellione si traduce in un atteggiamento servile verso il grande capitale. La simpatia verso figure come Donald Trump o Elon Musk ne è un esempio lampante. Quando Musk ha attaccato apertamente lo Stato italiano, molti ministri hanno minimizzato, dimostrando di essere più interessati a mantenere buoni rapporti con il magnate che a difendere gli interessi del Paese.
L’approccio della destra italiana si dimostra disastroso anche sul piano internazionale. La minimizzazione degli effetti dei dazi imposti dagli Stati Uniti, che colpiranno soprattutto Paesi come Italia e Germania, mostra l’impreparazione del governo. Mentre la Casa Bianca persegue una politica protezionistica, Meloni e i suoi si limitano a cercare “sconticini” su qualche prodotto, senza una visione strategica per proteggere l’economia italiana.
Nel frattempo, la sinistra, sebbene carica di errori storici, fatica a riconquistare la fiducia degli elettori, offrendo uno scenario politico in cui il vuoto di idee e proposte rischia di consolidare una leadership incapace di governare.
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