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sabato, Giugno 21, 2025
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M5S-Rousseau: nuovo round con la mediazione di Conte

La nascita del nuovo Movimento 5 Stelle si sta rivelando molto più travagliata del previsto e a tener banco è ancora il confronto\scontro M5S-Roussau.

M5S-Rousseau: nuovo round

Prima di diventare leader di una nuova forza politica medio-progressista, per dirla fantozzianamente, l’ex Premier Giuseppe Conte, che come sempre ostenta pubblicamente tranquillità, deve risolvere una serie di problemi economici e politici.

La questione più spinosa ovviamente è quella economica. Davide Casaleggio chiede agli eletti circa 450mila euro di quote non versate a Rousseau. C’è un problema non secondario però, perché tra la Fondazione e il Movimento pare non si sia mai stato alcun contratto effettivo sulla questione. I pagamenti di senatori e deputati a Rousseau sono previsti dallo statuto pentastellato, ma dal punto di vista della legge si inquadrano come “elargizioni liberali”.

In teoria, quindi, non c’è alcun obbligo di versamento. Un punto a favore dei grillini dunque? Si, ma ecco l’altra questione: Casaleggio custodisce un tesoro inestimabile per il Movimento, ovvero i dati degli iscritti. Anche questa è un’anomalia, perché per legge i nomi degli iscritti a un partito apparterrebbero agli organi del partito stesso. Ma Casaleggio Jr è intenzionato di cederla ai vertici pentastellati solo quando le sue pretese economiche saranno soddisfatte.

Si rischia dunque un impasse che potrebbe finire davanti a qualche giudice ma la posizione del figlio di Gian Roberto, nella vertenza eventuale, sarebbe alquanto fragile stando così le cose, dunque sta prendendo tempo e alzando la posta mediaticamente cercando di arrivare a una trattativa più vantaggiosa.

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C’è poi la questione politica, altrettanto spinosa, che deve maneggiare Giuseppe Conte. Poco prima che l’ex Premier venisse proclamato leader in pectore dei pentastellati dal garante Beppe Grillo, anch’egli piuttosto preso da altre questioni in questo periodo,  gli iscritti avevano votato un cambiamento di statuto per sopprimere la figura del capo politico e creare un organo di governo collegiale. Una modifica arrivata troppo tardi, nonostante se ne parlasse da anni per evitare scissioni, a spaccature nel Movimento ormai in corso.

Il capo politico uscente, Vito Crimi, reggente pro tempore, è stato costretto a rinunciare perché la sua autorità non è stata riconosciuta né dagli espulsi/fuoriusciti, che pretendono l’elezione dell’organo collegiale, né dai governisti, che  vogliono  imboccare la nuova strada indicata da Conte.

Novità potrebbero arrivare questa settimana dalla Corte d’Appello di Cagliari, che per risolvere una bega locale dei CinqueStelle, deve pronunciarsi e stabilire se Crimi è ancora in carica oppure se il Movimento  è obbligato a eleggere i cinque membri del nuovo direttorio.

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E Conte che fa?

L’ex premier, dopo aver incontrato i gruppi parlamentari, ha assicurato che si va verso un “divorzio consensuale” con Rousseau. Il compromesso consisterebbe nel pagamento di una parte dei soldi reclamati da Casaleggio in cambio della lista degli iscritti.

E poi resta la polpetta avvelenata finale: la regola dei due mandati, che tutti odiano ma nessuno ha il coraggio di toccare.

Sta per arrivare il momento in cui Giuseppe Conte dovrà sporcarsi le mani e scendere nell’arena.

 

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