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venerdì, Giugno 20, 2025
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Conte, Grillo e Casaleggio: la via crucis grillina

Acque sempre più agitate in casa CinqueStelle tra le titubanze di Conte, gli umori furenti di Grillo e Casaleggio e la bomba Rousseau.

Dall’impasse di Conte ai furori di Grillo e Casaleggio

Il caso è più che noto, riempie le cronache da qualche giorno: Beppe Grillo, garante del M5s, per difendere il  figlio Ciro dalle accuse di stupro insieme ad altri suoi tre amici ha urlato alla sua maniera tesi piuttosto singolari in un video di un minuto e 40 secondi postato sul suo blog e diffuso in rete

Le condanne alle parole completamente fuori luogo di Beppe Grillo sono state pronunciate da molti politici e giornalisti e sono venute anche da esponenti pentastellati. Un esempio di critica esplicita da parte di una esponente del M5s è quello di Elisabetta Trenta, l’ex ministra della Difesa che ha scritto su Facebook:  “Posso accettare lo sfogo e il dolore di un padre, ma Beppe Grillo è la nostra bandiera e dire queste cose è andare contro le stesse battaglie e i valori del Movimento 5Stelle. Come donna io mi sono sentita offesa”.

Ma c’è veramente da sorprendersi per l’exploit dell’ex(?) comico? Non è Beppe Grillo quello che nel 2014 scriveva in un post “Cosa fareste da soli in auto con la Boldrini?”, aizzando i peggiori istinti delle orde social?  Non è sempre lui quello che nel 2016 lanciava l’hashtag #Boschidovesei in tangenziale con la Pina?

Detto questo, non si può notare come lo sdegno al giorno d’oggi è un’arma che viaggia a corrente alternata. Si punta il dito sulle teste dei nemici, ma ci si guarda bene dal rimbeccare gli amici. Come il sempre solerte Alessandro Di Battista che invece, in questo caso a dire: “coraggio, hai parlato da padre”, senza una parola sulla ragazza che ha denunciato il fatto.

Alla fine anche Giuseppe Conte ha preso le distanze da Grillo: “In questa vicenda vi è poi un principio fondamentale che non possiamo mai perdere di vista: l’autonomia e il lavoro della magistratura devono essere sempre rispettati. Perciò anche in questo caso attendiamo che i magistrati facciano le loro verifiche. Con il Movimento 5 Stelle mi accomunano da sempre queste due convinzioni: di ritenere indiscutibile il principio dell’autonomia della magistratura e di considerare fondamentale la lotta contro la violenza sulle donne, una battaglia che abbiamo sempre combattuto in prima linea, basti ricordare l’introduzione delle norme sul codice rosso quando abbiamo condiviso la responsabilità di governo. Questi principi continueranno a informare la nostra azione politica e a ispirare le nostre battaglie culturali”.

Beppe Grillo, lo stupro e il Trono di spade.

I tormenti di Conte, la bomba Casaleggio

L’altra spina che accompagna la via crucis grillina di queste settimane è l’estrema titubanza di Giuseppe Conte  il quale arranca nel tentativo di riformare e trasformare il Movimento in un partito tout court, con molti grillini che hanno cominciato a mugugnare per le notizie confuse sulle presunte trasformazioni prossime, come quelle di cambiare simbolo e nome o per la mancanza sostanziale di proposte sostanziali.

Su una questione che agita i parlamentari grillini, il doppio mandato, Conte non si sbilancia e pilatescamente afferma: “Non chiedete a me, sono l’ ultimo arrivato”.  Ancora tutto troppo vago, come il suo progetto di trasformazione del movimento in partito e contemporaneamente il ritorno dei Meet Up.

Anche il ritorno alla formula del ne di destra ne di sinistra, per fa rievocare i fasti dei tempi passati, sa di guado a metà, impantanamento. E in questa stasi i riottosi ritrovano ossigeno: Alessandro Di Battista propone che il limite dei due mandati non sia prorogabile, nemmeno per eccezioni, e messo per legge; Davide Casaleggio produce il manifesto Controvento e poi la nota più che dolente: è arrivato il giorno della deadline fissata da Casaleggio: non è stato trovato l’accordo per il ripianamento dei debiti contratti dai 5 stelle con l’Associazione Rousseau.

Stati generali, Di Battista contro tutti siete genuflessi ai padroni
Davide Casaleggio

Casaleggio aveva chiesto al Movimento di versare 450 mila euro all’Associazione Rousseau ma non ha trovato sponde nei 5 stelle. È solo l’inizio dello scisma che porterà i grillini a emanciparsi dal mondo Rousseau e dal Blog delle stelle: la questione potrebbe finire nelle aule di tribunale per la contesa del database. Il reggente Vito Crimi lo ha diffidato a consegnare l’elenco degli iscritti presenti nella piattaforma e di proprietà del M5s.

Se Conte non riprende il cento della scena con fermezza la sensazione è che il giocattolo finirà per perdere pezzi irrimediabilmente.

 

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