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Manifesto Controvento: i 10 punti di Casaleggio

In 10 punti il Manifesto Controvento. Per Davide Casaleggio la piattaforma Rousseau resta uno spazio democratico fondamentale.

Casaleggio presenta il Manifesto Controvento

Davide Casaleggio nel corso dell’evento on line che l’Associazione Rousseau che lui presiede ha organizzato, ha presentato il Manifesto Controvento, che al solo suo preannunciarlo nei giorni scorsi aveva generato scompiglio all’interno del Movimento 5 stelle, poiché per molti poteva presagire ad un atto fondativo di un nuovo soggetto politico in cui far confluire i malpancisti del movimento.

Questa ricostruzione è stata smentita dallo stesso Casaleggio, che ha precisato che i 10 punti del manifesto sono un metodo. In una nota ufficiale ha puntualizzato:

Rousseau nasce per creare comunità, per dare voce a tutti i cittadini. L’esperienza ci ha insegnato che quando il metodo crea divisione la partecipazione non è più comunità. Per questo abbiamo deciso di fissare all’interno di un codice etico principi e valori che costituiranno il punto di riferimento per impedire che disaccordi sul metodo o utilizzi non appropriati possano essere motivo di divisione e non di unione, e perché Rousseau possa continuare a rappresentare uno spazio di sintesi democratica, con equità, trasparenza, apertura, ma anche intransigenza.

Ma vediamo quali sono questi 10 punti.

Manifesto Controvento i 10 punti di Casaleggio

Manifesto Controvento

1. Il voto è dibattito. Il voto deve essere consapevole. Per questo il modello Rousseau prevede che le votazioni siano attivabili solo qualora vengano garantite adeguate condizioni di trasparenza, comunicazione, confronto e informazione agli aventi diritto.

2. Le regole non sono scritte per gli amici. Le regole, assieme agli obiettivi comuni, tengono insieme una comunità. Tutte le attività promosse attraverso l’ecosistema Rousseau saranno erogate qualora vengano rispettati a pieno i principi di trasparenza, pubblicità e garanzia.

3. La formazione è la madre della competenza. Per poter utilizzare la piattaforma Rousseau la formazione deve essere posta come un prerequisito per la partecipazione e per le candidature.

4. Rinnovare vuole dire evolvere. La politica non è un percorso di carriera. Il modello Rousseau è applicabile in organizzazioni politiche che prevedano regole di limitazione di ruoli elettivi a un periodo ben definito tali da consentire il rinnovo delle cariche attraverso regole ben definite e processi di formazione.

5. Uno non vale l’altro. Ogni persona è un elemento essenziale della comunità. Per questo spesso si cita il concetto di “uno vale uno”. Tuttavia è necessario che ognuno possa esercitare al meglio le proprie competenze. Tutte le attività svolte attraverso la piattaforma Rousseau devono porre al centro la promozione della competenza, dell’unicità e del valore di ogni singola persona.

6. La piramide è rovesciata. Chi entra nelle Istituzioni deve sapere che il suo ruolo è quello di portare la voce dei cittadini nei luoghi in cui si assumono le decisioni.

7. La comunità è maggiore della somma delle sue parti. I Movimenti digitali fondano la loro forza non sulla semplice adozione delle nuove tecnologie, ma su una logica basata su organizzazioni distribuite. Attraverso la piattaforma Rousseau le organizzazioni olocratiche devono mettere in campo tutte le condizioni necessarie per garantire la massima espressione del potenziale dell’intera comunità.

8. Il sogno non è utopia. Olivetti diceva che il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare. Attraverso la piattaforma Rousseau le idee devono essere innovazione, ma anche concretezza.

9. L’esempio è cambiamento. “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”: con questa citazione Mahatma Gandhi, filosofo e attivista indiano, esortava la popolazione mondiale ad “agire” diventando esempio dello stesso cambiamento che vorrebbe vedere nel mondo. La partecipazione attraverso l’ecosistema Rousseau si basa su condizioni imprescindibili che garantiscano il rispetto di impegni, di regole e della fiducia reciproca.

10. La felicità è partecipazione. Gaber diceva “la libertà è partecipazione”, ma Rousseau vuole che la partecipazione sia anche felicità. Attraverso la piattaforma Rousseau la partecipazione deve favorire occasioni di crescita personale e collettiva attraverso modelli di confronto sereni e produttivi.

In conclusione, nel comunicato dell’Associazione, è indicato un undicesimo punto:

Nessun limite all’immaginazione. Rousseau lascia sempre un punto ancora da scrivere. Lo farà nel dettaglio con i cittadini attivi.

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