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Il grande inganno sul grano ucraino: ai poveri è andato solo il 3%

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Si fa un gran parlare dell’accordo sul grano ucraino saltato, con le principali testate nazionali, come gli ineffabili Corriere e Repubblica in testa, che hanno parlato di crisi alimentare e ricatto russo. Ma a ben vedere è una grande ipocrisia svelata da Oxfam: a fare incetta di cereali sono stati i paesi ricchi.

La denuncia di Oxfam: Ai poveri solo il 3% del grano ucraino

Dopo l’ annunciato stop all’accordo tra Russia e Ucraina per l’esportazione del grano ucraino via mare, dal porto di Odessa, è tornata la polemica sulla reale destinazione di questo cereale.

Diverse Ong hanno infatti denunciato che, nonostante il tam tam mediatico che parlava di emergenza alimentare per i paesi poveri, l’accordo che aveva portato allo sblocco dell’export di grano dall’Ucraina al Mar Nero verso il resto del mondo non ha mai aiutato le popolazioni in difficoltà.

In particolare i Paesi ricchi si sono accaparrati l’80 per cento del grano e dei cereali, mentre agli Stati più poveri e colpiti dalla crisi alimentare è andato appena il 3 per cento.

A spiegarlo è una nuova analisi di Oxfam. “L’accordo che ha consentito di riprendere le esportazioni di cereali dall’Ucraina ha certamente contribuito a contenere l’impennata dei prezzi alimentari – aumentati comunque del 14% a livello globale nel 2022 – ma non ha rappresentato la soluzione alla fame globale che oggi colpisce almeno 122 milioni di persone in più rispetto al 2019″ ha detto Francesco Petrelli, policy advisor sulla sicurezza alimentare di Oxfam Italia.

E ancora: “Centinaia di milioni di persone soffrivano la fame prima che la Russia invadesse l’Ucraina e centinaia di milioni continuano a soffrire la fame oggi: 783 milioni in totale l’anno scorso, secondo i recentissimi dati FAO. Paesi come il Sud Sudan e la Somalia, a cui è andato appena lo 0,2% del grano ucraino dall’entrata in vigore dell’accordo, sono ad un passo dalla carestia. Tutto questo è semplicemente vergognoso e descrive un mondo in cui la disuguaglianza di accesso al cibo continua a crescere sempre di più invece che diminuire”.

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