Mentre si attaccano le pensioni e il Reddito di cittadinanza, il Governo aumenta gli stipendi di sindaci e assessori, con un incremento record calcolato in +160% nei capoluoghi, il doppio nelle grandi città.
Il governo aumenta gli stipendi di sindaci e assessori
Con la nuova Legge di Bilancio scattano gli aumenti di stipendi di sindaci, presidenti dei consigli comunali e assessori delle città, con una spesa da parte dello Stato di 200 milioni.
La nuova regola cambia i limiti ai compensi agganciandoli a quelli dei presidenti di Regione, ovvero 13.800 euro lordi al mese come massimo e in decrescita in base alla dimensione demografica dei comuni. Ma nei piccoli centri gli incrementi possibili sono più ampi, perché oggi i tetti di legge non sono quasi mai raggiunti.
Ad oggi le indennità di sindaci e assessori sono stabilite dal decreto 119/2000 del ministero dell’Intern e per i primi cittadini delle città con oltre mezzo milione di abitanti è previsto un tetto mensile lordo di 15 milioni e 100 mila lire (ovvero 7.799 euro).
Quanto guadagneranno i sindaci?
Le nuove regole cambiano decisamente la prospettiva dal punto di vista economico. Il balzo è diecisamente notevole. Parliamo mediamente del passaggio da 7mila a 13 mila euro per i sindaci delle grandi città mentre nei capoluoghi più piccoli, calcola il giornale, si arriva a incrementi del 160%.
Poi ci sono vicesindaci, assessori e presidenti dei consigli comunalicon un’indennità parametrata su quella dei loro sindaci. E quindi le percentuali salgono con il crescere della dimensione demografica. I vicesindaci delle città metropolitane possono arrivare a 7.500 euro nel 2022, 8.732 nel 2023 e 10350 nel 2024, con un incremento del 97%.
Per gli assessori delle grandi città il compenso nel 2024 arriverà a 8.970 euro. La stessa cifra che incasseranno i presidenti dei consigli.
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