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Clamoroso in Germania: Friedrich Merz fallisce l’elezione a cancelliere per soli 6 voti, nonostante la maggioranza CDU/SPD. Prima volta nella storia tedesca. Governo nel caos, UE in allarme. Ora possibile nuova candidatura, o persino elezioni anticipate.
Friedrich Merz, il giorno del fallimento
Il 6 maggio 2025 resterà una data emblematica nella storia politica tedesca. Per la prima volta nella storia della Repubblica Federale, un candidato alla Cancelleria designato da una coalizione di maggioranza è stato bocciato in aula dal Bundestag. Friedrich Merz, leader della CDU, non è riuscito a ottenere i 316 voti necessari per essere eletto Cancelliere al primo turno.
Il risultato – 310 voti a favore su 621 voti espressi – rappresenta una sconfitta bruciante e un segnale politico di portata continentale.
La coalizione CDU/CSU-SPD, che teoricamente dispone di 328 seggi, ha visto mancare sei voti al proprio candidato. L’elezione è avvenuta tramite scrutinio segreto, e ciò rende difficile identificare con certezza i dissidenti.
Tuttavia, la frattura è evidente. Non si tratta solo di un incidente parlamentare, ma di un terremoto istituzionale: mai, nella storia tedesca del dopoguerra, un accordo di coalizione aveva prodotto un simile fallimento nella fase iniziale della legislatura.
Un voto che scuote Berlino e Bruxelles
Il fallimento di Merz apre una fase di incertezza politica in Germania. Secondo l’articolo 63 della Legge fondamentale tedesca, il Bundestag ha ora 14 giorni di tempo per eleggere un Cancelliere con la maggioranza assoluta dei voti.
In assenza di un candidato capace di raggiungere i 316 voti necessari, si procederà a un’ulteriore votazione, dove sarà sufficiente la maggioranza relativa. In quest’ultimo caso, il Presidente federale – attualmente Frank-Walter Steinmeier – avrà il potere di nominare il candidato più votato o di sciogliere il parlamento, aprendo la strada a nuove elezioni anticipate.
Questo scenario instabile è osservato con crescente preoccupazione anche a Bruxelles. La Germania, locomotiva dell’Unione Europea, entra in una fase di vuoto di leadership proprio mentre l’Europa si trova ad affrontare sfide decisive: la guerra commerciale con la Cina, la ricostruzione della politica industriale continentale, la transizione ecologica e la crisi energetica.
L’Unione aveva accolto con favore la stabilità apparente rappresentata dall’accordo CDU-SPD, ma l’esito del voto lascia ora la più grande economia europea senza guida.
Dietro la débâcle di Merz si celano molteplici tensioni. Da settimane si vociferava di malumori all’interno della SPD, alleata scomoda della CDU dopo le elezioni federali di marzo, in cui nessun partito aveva ottenuto una maggioranza netta.
La scelta di Merz come Cancelliere era frutto di un compromesso fragile: troppo conservatore per i socialdemocratici, troppo distante dai Verdi e detestato dalla Linke. Non ha mai raccolto consensi nemmeno tra gli elettori liberali, per il suo approccio giudicato autoritario e distante dalle istanze ecologiste e progressiste.
Alcuni analisti tedeschi, tra cui Thorsten Faas (politologo della Freie Universität di Berlino), parlano di un “errore strategico” nell’imposizione di Merz come leader del governo. Il voto segreto ha permesso a una fronda silenziosa di manifestare la propria opposizione senza esporsi. Che si tratti di dissidenti SPD o di membri della stessa CDU scontenti della leadership, la sfiducia è ormai pubblica.
E ora?
Merz può decidere di ripresentarsi in un secondo scrutinio nei prossimi giorni, ma l’ombra del fallimento lo indebolisce drasticamente. Le trattative frenetiche sono già in corso dietro le quinte: c’è chi parla di una nuova candidatura più “conciliatrice”, forse un nome proveniente dalla CSU o un profilo più moderato all’interno della CDU. Intanto i Verdi e i Liberali, finora esclusi dalla coalizione, potrebbero tornare centrali nel gioco politico.
Non è esclusa nemmeno la possibilità di nuove elezioni, eventualità che nessuno auspica ma che potrebbe apparire inevitabile se il Bundestag dovesse rivelarsi incapace di convergere su un nome.
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