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Mentre a Gaza si contano oltre 50mila vittime, Miriam Adelson, ereditiera del colosso dei casinò, si conferma tra i principali finanziatori della destra statunitense e delle politiche israeliane più reazionarie. Con donazioni milionarie, ha influenzato Trump e la repressione del dissenso pro-palestinese.
Miriam Adelson, la miliardaria che finanzia la repressione anti-palestinese
Nel silenzio sul massacro di Gaza, la Casa Bianca ha deciso la deportazione di Mahmoud Khalil, studente della Columbia University, reo di aver partecipato alle proteste universitarie contro la guerra. La sua espulsione, senza alcun reato commesso, è un segnale chiaro della repressione in atto. Dietro questa politica si cela il potere di Miriam Adelson, la miliardaria israelo-americana che ha trascinato con sé le istituzioni statunitensi in una crociata contro il movimento pro-palestinese.
Da Israele al controllo della politica USA
Nata in Israele negli anni Cinquanta, Adelson ha avuto un’infanzia modesta prima di sposare Sheldon Adelson, magnate dei casinò e grande sostenitore della destra israeliana. Assieme, hanno costruito un impero economico e politico, donando centinaia di milioni di dollari a candidati repubblicani e a lobby filo-israeliane.
La loro influenza ha contribuito in modo determinante al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte di Trump, alla legalizzazione degli insediamenti nei territori occupati e alla spinta per un’annessione totale della Cisgiordania.
Nel 2016, Miriam e Sheldon Adelson donarono 25 milioni di dollari alla campagna di Trump. Da allora, ogni mossa dell’amministrazione è stata allineata agli interessi israeliani più estremisti.
Dopo la morte del marito nel 2021, Miriam ha continuato a finanziare la destra statunitense, donando 100 milioni di dollari alla nuova corsa di Trump alla Casa Bianca. In cambio, il tycoon promette di mantenere il pieno appoggio all’espansionismo israeliano e alla repressione del dissenso filo-palestinese.
Maccabee Task Force: la censura nei campus
Uno degli strumenti più efficaci utilizzati da Adelson per soffocare il dissenso è la Maccabee Task Force (MTF), un’organizzazione con un budget di 70 milioni di dollari, ufficialmente nata per combattere l’antisemitismo, ma nei fatti impegnata a silenziare chiunque critichi Israele. Sotto la guida di Adelson, MTF ha condotto campagne diffamatorie contro attivisti e accademici, accusandoli senza prove di sostenere Hamas e applaudendo all’espulsione di figure come Khalil.
Oltre agli Stati Uniti, Adelson ha avuto un ruolo chiave in Israele, sostenendo Benjamin Netanyahu e la destra più oltranzista. La sua visione politica è chiara: nessuna concessione ai palestinesi, nessun compromesso con la comunità internazionale, e un’America sempre più coinvolta nel sostegno incondizionato a Israele.
La sua influenza su Trump solleva interrogativi cruciali: quale sarà il prezzo che gli Stati Uniti e i loro alleati pagheranno per questa sudditanza? E fino a che punto il sostegno a Israele potrà giustificare la repressione del dissenso negli USA?
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