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lunedì, Giugno 16, 2025
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Sonetti capitolini: a Virginia Raggi ricandidata sindaco

Virginia Raggi ricandidata sindaco non è il titolo di un fumetto, come potrebbe essere Paperina si arruola o Minnie stilista, ma il terzo sonetto di una serie dedicata ai candidati sindaci di Roma.

Sonetti capitolini

Nel XVI secolo a Roma sulla statua di Pasquino venivano posti nottetempo componimenti in versi, scritti in forma anonima anche da poeti famosi (fra i quali Pietro Aretino), che sbeffeggiavano il potere papale. Oggi il poeta A.C. Whistle dedica un sonetto satirico a ciascuno dei candidati a sindaco di Roma, dando corpo ai giudizi popolari più biechi e al loro fondo di verità.

Sonetti capitolini: a Virginia Raggi ricandidata sindaco

Quel che sembrava poco più di un anno fa un’ipotesi improbabile, ovvero la possibilità che Virginia Raggi si ricandidasse alla carica di Sindaco di Roma, è invece divenuta realtà, almeno stando all’ufficiosità dell’oggi.

Le critiche, le difficoltà, i vincoli del mandato unico, tutte cose superate, d’altronde il mondo pre-covid in questo momento appare lontanissimo.

E dunque Virginia Raggi si ricandida. L’accusa che viene più spesso rivolta al sindaco (o sindaca) è quella di non avere fatto nulla per Roma durante il suo mandato. Che sia fondata o no, eccola tradotta in endecasillabi.

 

A Virginia Raggi ricandidata sindaco

Da quando in Campidoglio c’è Virginia

non v’è giorno che passi senza rogna

di bus in fiamme oppur d’occlusa fogna

a ricoprir la Giunta d’ignominia.

Insultata da Ostia alla Flaminia

che sia per impotenza o per scalogna

si nasconde per evitar la gogna

qual paguro coperto dall’attinia.

Con parole non certo da stil novo

l’epiteto sessista di gallina

alla Sindaca giunge d’ogni parte

ma se questa è tanto priva d’arte

che l’Urbe pare andar tutta in ruina

di quella si può dir che almen fa l’uovo

Sonetti capitolini: a Virginia Raggi ricandidata sindaco

Virginia non lascia, raddoppia

Promettevano rivoluzioni i grillini ma la realtà della giungla amministrativa romana ha mostrato ben altro, tra rimpasti, scandali, lotte intestine e, va detto per amor di verità, una campagna mediatica contro la Raggi che ha pochi precedenti, seppur essa ci abbia messo costantemente del suo.

Le rivoluzioni, come quelle che promettevano i Cinque Stelle, hanno bisogno di tempo, ma Roma ne ha ancora?

A favore di Virginia c’è l’impresentabilità della destra locale e le titubanze della sinistra. I contro sono riassumibili nella battuta al fulmicotone di Stefano Cappellini su La Repubblica: esistono due scuole di pensiero. Quelli che pensano che abbia fatto discretamente come sindaco di Roma. E quelli che vivono a Roma.

 

Virginia Raggi ricandidata sindaco, fatti e misfatti 

 

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A.C. Whistle
A.C. Whistle
Nasce alle pendici dei Nebrodi ma sin dalla prima infanzia vive a Roma, da dove non si è più mosso (“la mia famiglia è già emigrata troppo”, dice). Giuslavorista, etilista, pokerista, meridionalista, immoralista, si cela dietro quello che manifestamente è un nom de plume per tutelare la sua posizione sociale e censuaria. Convinto di essere la reincarnazione di Pietro Aretino, in quanto tale produce versi impudichi e faceti, mentre nella prosa predilige la forma breve del pamphlet, sia per dare sfogo alla sua misantropia (praticata come misandria e come misoginia con eguale trasporto), sia per assecondare la pigrizia contro cui ha smesso da tempo di lottare.

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