Da qualche hanno si è diffusa la pratica di promuovere manifestazioni di popolo dove si chiede più o meno fermamente di portare solo il tricolore. Ma perchè dovremmo rinunciare alla bandiera rossa in piazza?
Di Giorgio Cremaschi.
Viva la bandiera rossa
Premessa d’obbligo: in una manifestazione ognuno porta la bandiera che vuole, ma io porto quella rossa.
Dal 1793 a Parigi la bandiera rossa è il colore della lotta e della libertà degli oppressi; e nel 1945 il soldato dell’Armata Rossa che la sventolò nel cielo di Berlino fu il simbolo della sconfitta del nazifascismo.
Oggi è di moda promuovere manifestazioni di popolo dove si chiede più o meno fermamente di portare solo il tricolore.
Ecco, per me il tricolore è la bandiera nazionale, rappresenta il paese nelle sedi e ricorrenze istituzionali e negli incontri sportivi, ma non è la bandiera con cui manifestare, non è una bandiera di parte. Io sono di parte e manifesto e lotto per la mia parte nell’ambito della democrazia di tutti.
Naturalmente altri hanno il diritto di pensarla diversamente, però non lo possono imporre. Non possono chiamare tutti a manifestare e poi far sapere che non vogliono bandiere di partiti e sindacati, soprattutto se di colore rosso. Perché dietro questa ipocrisia si cela una retorica patriottarda, reazionaria e fascistoide.
Vuoi mettere il tricolore accanto alla mia bandiera rossa ? E accanto a tutti i colori dell’antifascismo e della pace? Bene manifesteremo assieme.
Vuoi impormi il tricolore perché vuoi una nazione senza parti, conflitti e bandiere rosse?
Beh addio, mi sa che ci ritroveremo contro.
Viva la bandiera rossa.
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