Essendo falliti i tentativi di riconoscimento politico, sociale e civile, ciò che resta a molti individui e riversarsi come odiatori incalliti verso il prossimo.
Il totalitarismo degli odiatori
Lo abbiamo visto in tutti questi anni, ne scriviamo da tantissimo: viviamo in un paese incattivito, e non è un cambio di maggioranza, un maquillage politico che potrò cambiare le cose nell’immediato, anzi.
Seppur strategicamente, togliere il megafono agli aizzatori sarebbe comunque un risultato non disprezzabile. Lo abbiamo visto negli anni recenti col passaggio di Matteo Salvini dalla comoda plancia del Viminale del primo governo giallo-verde, alla discesa nel corpo a corpo della politica tra politicanti, nel governo dei competenti, con la sua sostanziale nullità.
Il nostro è un Paese spaventato da pericoli immaginari, un paese pericoloso per se stesso.
E ci sono individui incattiviti. Persone che incontriamo tutti i giorni che si sentono vive nell’odio, cercando nemici, che sono sempre “contro” qualcosa ma non riescono mai a esprimere un “a favore” che non sia punitivo.
Persone felici di alzare la voce, aizzare gli animi, puntare il dito ma sempre contro il più prossimo. Sono guerre tra esclusi, tra ultimi e penultimi. Miserie che si aggiungono alla miseria.
La demagogia prende forma a se, nella vita, e sobilla questi animi dicendo: “E’ tutta colpa di quello lì. Se non ci fosse lui, se lui fosse sotto controllo, andrebbe tutto meglio” E chi è “contro tutte le ipocrisie“, che parla “in faccia” si erge a giudice delle miserie, ma lo è sempre di quelle altrui.
Il “se” ne ha viste troppe per credere di far parte della stessa umanità spaventata. Egli pensa che occorrano “i coglioni da tirar fuori” per vivere. Non l’intelligenza. Non la condivisione.
È la storia nemica che produce questa umanità: essendo falliti i tentativi di riconoscimento politico, sociale e civile, ciò che resta di questi individui non è che la ‘nuda vita’, cioè l’arbitrio sul corpo dell’individuo più prossimo.
Ma dove si va seguendo questa strada?
Verso quello che già è: un totalitarismo quotidiano dal volto mite. Si prepara il terreno a ciò. È la forma mentis di chi vive così a preparare il campo. E allora questa non si può che chiamare barbarie assorbita omeopaticamente.
È il medioevo con internet e la pandemia quest’epoca.
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