Disquisire sul passato fascista di La Russa o chiedere patenti di democrazia a Giorgia Meloni serve a poco, se non ci si rende conto che il paese sta scivolando nella disgregazione sociale che diventa melanconia fascista.
Storicizzare il fascismo
In questi anni mi è capitato più volte di scrivere che il fascismo fu risposta moderna al problema moderno della crisi delle liberaldemocrazie di inizio Novecento, in seguito all’irrompere delle masse e delle ragioni del lavoro nell’agone politico e nella vita sociale in genere.
Quel consenso fu tale ed effettivo tanto che gli interpreti più acuti e avvertiti del nazifascismo parlarono di regimi reazionari di massa. Non deve inoltre sorprendere la parola moderno a proposito del fascismo.
Il fascismo lo fu perché seppe utilizzare alcuni strumenti tipici della modernità industriale per creare il proprio consenso: dai mezzi di comunicazione di massa alla gestione del tempo libero tramite il dopolavoro.
E fu moderno perché diede risposta al problema moderno della crisi della democrazia di inizio Novecento, in cui vennero al pettine i nodi di quel tipo di liberaldemocrazia che non era in grado di tenere assieme le ragioni della libertà con quelle della sicurezza, i diritti degli individui con quella della collettività, la libertà d’impresa con il valore sociale del lavoro, la libertà personale con il bisogno tutto umano di sentire l’unità della propria vita, di rompere cioè l’alienazione politica, economica e spirituale tipica del capitalismo.
Ogni volta, ho ricevuto commenti al limite dell’insulto da parte di compagne e compagni – anche militanti attivi – che mi dicevano che il fascismo fu solo violenza liberticida giocata sulla pelle della povera gente. Una compagna mi ha persino detto che studiare troppo mi ha fatto male…
Negli ultimi anni, stiamo vedendo come in Italia e in altre parti d’Europa stiano nascendo forme di fascismo – certamente ben diverse da quelle di cento anni fa – con consenso di massa, reazionario ma di massa.
Disquisire sul passato fascista di La Russa o chiedere patenti di democrazia a Giorgia Meloni serve a poco, se non ci si rende conto che il paese sta scivolando sempre più nella disgregazione sociale che diventa melanconia fascista, egoismo selvaggio, ignoranza menata come un vanto e individualismo feroce paradossalmente ammantato di retorica della patria e del popolo.
* Articolo per gentile concessione di Claudio Bazzocchi dalla sua pagina Fb
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