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sabato, Luglio 12, 2025
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Addio alla complessità, siamo tornati alla propaganda anni ’50

Liste di proscrizione, buoni contro cattivi, mostri, favole edificanti: la guerra in Europa ci ha spostato indietro la lancetta del tempo, riportandoci alla propaganda anni ’50. Ma senza Elvis.

Siamo tornati alla propaganda anni ’50

A prescindere da tutto, le fake news dei complottisti debbono aver fatto scuola, visto che anche l’informazione ufficiale va avanti a parabole edificanti, semplici semplici, per un pubblico ormai ritenuto incapace di comprendere i fenomeni e le origini dei fenomeni.

Addirittura leggiamo il fior fiore degli intellettuali mettere al bando la complessità, mandando a fare in culo implicitamente una delle cose belle dell’occidente, da Kant a Edgar Morin, “perché bisogna essere semplici, parlare con la gente semplice“.

Si è così andati, nel giro di pochi mesi, dai no vax che morivano a grappoli, dopo aver, beninteso, lasciato una lettera in cui si dichiaravano pentiti e chiedevano scusa, agli articoli sulla blogger ucraina incinta o su due che si sono sposati sotto le bombe russe e hanno alzato la bandiera ucraina, fino a Putin pazzo, Putin malefico (in questo, si è del tutto speculari ai complottisti di destra putiniani che parlano dei leader occidentali come di una setta satanico-pedofila), Putin mafioso (copyright: Saviano, per lui è tutto e solo questione di mafia), Putin alcolizzato o drogato ancora no ma ci sta pensando Repubblica.

Un mix tra il Libro Cuore, i raccontini di Grand Hotel (dove però c’erano anche i fotoracconti di Zavattini) e i fumetti manichei americani prima della rivoluzione degli anni ’60, che punta solo sull’emotività, che contrappone i buoni ai cattivi, come quando sulla lavagna alle elementari si tracciava una linea e si indicavano gli uni da un lato, gli altri dall’altro lato.

Dopo l’enfasi data al leader no vax che si curava bevendo varichina, siamo tornati al ripescaggio dei russi che mangiano i bambini. Anzi, l’aggiornamento, è che li rapiscono.

Non so voi, ma a me pare si sia tornati agli anni ’50, senza però Elvis e l’erotismo che di lì a poco avrebbe rivoluzionato la società. E in mezzo a tutto questo, tanta gente che sembrava intelligente che pare invece essersi bevuta improvvisamente il cervello, e questo è ciò che più rattrista in questa merda di vecchiaia.

 

Mario Colella
Mario Colella
Garibaldino

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