Alla 79ª edizione del Festival di Venezia, sul red carpet, si inaugura la nuovissima sezione “Servi della gleba” che ha una madrina d’eccezione, Hillary Clinton.
Il nuovo Festival di Venezia
La 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, al via con Rocío Muñoz Morales madrina della cerimonia d’apertura e con l’icona francese Catherine Deneuve premiata con il Leone d’oro alla carriera.
Ma a destare la nostra attenzione è stata l’inaugurazione della nuovissima sezione “Servi della gleba” che ha avuto una madrina d’eccezione, Hillary Clinton.
L’ex Segretario di Stato Usa, e prim’ancora ex First lady, è accompagnata da Dario Franceschini, una figura rassicurante per il nostro paese: non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, tra crisi energetica, tensioni internazionali, ma sappiamo che qualsiasi cosa accadrà, sarà sempre lui il Ministro dei beni culturali.
In onore della signora Clinton è stato proiettato uno degli sketch che l’ha resa più famosa nel mondo (da noi, si sa, circolano meno certe gag).
Parliamo del 2016, quando sulla Cbs, in un’intervista su uno dei canali nazionali più importanti americani, commentò la morte di Gheddafi. Un fatto tragico, per le modalità barbare, nel bel mezzo di una guerra insensata iniziata dagli USA con le complicità europee, sfociata in mattanza civile che continua ancora oggi.
E la Clinton che fa? Ride, fa le “faccette buffe” e dice testualmente: We came, we saw, he died. “Siamo arrivati, abbiamo visto, lui è morto”.
Hillary Clinton su Gheddafi: We came, we saw, he died
Durante la serata è arrivata “la sorpresa”: il presidente ucraino Zelensky dopo Cannes si è collegato anche con il Festival di Venezia usando parole durissime verso la Russia. Chi l’avrebbe mai detto!
Con l’ormai nota maglietta con cui siamo stati abituati a vederlo in tanti video messaggi, Zelensky si è presentato con un video davanti ai grandi del Festival del Cinema.,
“Non dovete dimenticare quello che sta accadendo” le parole del presidente ucraino rivolte ai cineasti e a tutte le maestranze, “perché la vostra voce conta”.
“Non bisogna rimanere in silenzio, sarebbe fare quello che la Russia auspica: abituarsi alla guerra, rassegnarsi alla guerra, dimenticare la guerra. Sono macellai, terroristi, assassini, un orrore che non dura 120 minuti come un film ma ormai da 189 giorni, tanti sono quelli della guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina”.
Questa la traduzione per il grande pubblico, ma c’è forse un omissione, forse una distrazione dei traduttori: nel passaggio “Sono macellai, terroristi, assassini“, Zelensky direbbe anche (non è chiarissimo l’audio) che i russi sono dei “subumani in carne ed ossa”.
Ma ora possiamo saltare queste notizie frivole e concentrarci sulle cose serie che più interessano il pubblico, cioè il look degli ospiti.
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