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Crucifige! La preghiera laica di un vecchio comunista

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Una riflessione, una preghiera laica sulla forza spirituale, egemonica, culturale e ideologica al proprio interno, dentro se stessi per sfidare veramente chi non ci vuole liberi.

Crucifige! Una preghiera laica

Persino il figlio di Dio ha sofferto, è stato insultato, deriso, ucciso. Ha sentito l’odio della folla invasata e fanatica.

L’età che avanza mi ha fatto capire che non si può vivere pensando al risultato e magari odiando chi non ti permette di ottenerlo. Quella croce mi dice che bisogna essere fedeli a se stessi e soprattutto alla vita e al suo mistero, che non è necessariamente un mistero divino, ma è l’impossibilità di capire fino in fondo perché stiamo al mondo, quale sia la nostra origine, perché siamo addolorati e, allo stesso tempo, animati da un desiderio che non si soddisfa mai.

Il vero risultato, il vero obiettivo, è la fedeltà alla vita, alla domanda incessante su quel desiderio. Questo non significa essere passivi rispetto alla realtà, alle ingiustizie, alla volontà di cambiare il mondo.

Significa, al contrario, che proprio quella fedeltà a se stessi e alla vita rappresenta una grande forza spirituale da spendere nella vita politica e sociale, una forza in grado di ripoliticizzare la politica oltre le meschine vicende delle lotte di potere e oltre la mera redistribuzione della ricchezza che finisce per non rispondere alle domande di identità, sicurezza e umanità che caratterizzano l’essere umano.

Per me, il giorno più importante del triduo pasquale è il venerdì. Mi dice che il tempo non è solo il tempo dell’azione e della rivolta contro il nemico. È anche il tempo della sofferenza e del raccoglimento in se stessi.

E quel raccoglimento è la riflessione che si fa su stessi – che anche un’intera classe può fare su di sé – per capire che ci si libera non tanto e non solo nel conflitto economico fra le classi o nella rivolta contro il nemico, ma anche e soprattutto tramite la costruzione di un’idea di mondo e di uomo.

In fondo, rimane inevasa la domanda che alcuni grandi pensatori fecero a suo tempo al marxismo: come fa una classe nullificata dal capitale a essere anche soggetto rivoluzionario?

Bisogna allora riflettere sulla forza spirituale, egemonica, culturale e ideologica al proprio interno, dentro se stessi – sia individualmente sia collettivamente – per sfidare veramente chi non ci vuole liberi.

Bisogna essere fedeli a se stessi per conquistare la spregiudicatezza e la libertà di pensiero nei confronti di chi ci opprime e non ci fa ottenere il risultato. Bisogna avere fede nella vita, nel suo mistero, nel desiderio umano.

 

* Articolo per gentile concessione di Claudio Bazzocchi dalla sua pagina Fb

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