L’inizio di Berlusconi sta in questa semisconosciuta lottizzazione d’epoca buttata lí nella terra di nessuno tra Brugherio e Cologno Monzese: l’Edilnord. Attenzione! Se cercate un linguaggio da educande andate altrove, questa non è una favola.
Edilnord, le radici del male
Appresa la ferale notizia mi è sembrato adeguatamente catartico fare un giro dove tutto è iniziato.
Si perché c’è sempre un inizio ben preciso, e anche se ti chiami Berlusconi non coincide con quando cazzo vuoi tu funzionale alla tua narrazione. L’inizio è il momento esatto in cui uno esplicita, razionalmente o irrazionalmente, ciò che uno è in quanto persona e la sua visione del mondo e della vita.
E l’inizio di Berlusconi sta in questa semisconosciuta lottizzazione d’epoca buttata lí nella terra di nessuno tra Brugherio e Cologno Monzese. Questo pugno di palazzi male in arnese costituisce l’archetipo di Milano 2, l’eva mitocondriale di Milano 3, il manifesto programmatico del berlusconismo e la metafora del paese.
Siamo alla fine degli anni ’60 e il ‘quartiere Edilnord‘ viene su come una colonia di funghi tossici in mezzo ai campi e ai cascinali di quella che era ancora una periferia molto lontana da Milano dove in pochi avevano il cesso in casa.
L’idea innovativa e raccapricciante allo stesso tempo sta nel vendere questi appartamenti ai milanesi promettendogli il primo esempio di zona bunker completamente separata dal mondo: cancelli, guardiania privata, asilo privato, club dopolavoro, negozi di servizio. Un pianeta a parte. Un posto nel quale la borghesia avrebbe potuto isolarsi e stare al sicuro da quel mondo dove si cominciava a sparare e a contestare di cui Milano era l’epicentro.
Un progetto lebensborn di eugenetica sociale – e chi non può pagare si fotta – cui avrebbero fatto seguito secondo lo stesso aberrante schema ma con architetture più inquietanti i mastodontici progetti di Milano 2 e 3.
Era tutto stramaledettamente chiaro già nel 1966, solo che volevamo essere tutti i borghesi che si salvano sull’arca di Silvio mentre il mondo va a puttane quindi ci siamo rifiutati di vedere il cumulo di merda che era.
Poi la storia ha presentato il conto all’Edilnord e al paese: negozi sbarrati dove i cartelli affittasi ingialliscono, la piscina e il club distrutti, i cancelli ormai aperti sul brutto del mondo perché i metronotte costano e tante parabole sui balconi segno che la classe media se n’è andata da un pezzo.
Chissà a che avrà pensato il cavaliere nel suo labirinto delle ultime confuse ore, se a Craxi, a Tinì Cansino, a Bernardo Provenzano oppure magari al quartiere Edilnord.
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