La famiglia di Luigi Tenco scrive a Mogol in riferimento alle affermazioni sul cantante scomparso rese dal paroliere nel corso del Premio Tenco 2021.
La famiglia di Luigi Tenco scrive a Mogol
La famiglia di Luigi Tenco, con una lettera aperta, ha espresso la propria contrarietà alle affermazioni con cui Giulio Rapetti, in arte Mogol, ritirando il Premio Tenco, ha fatto riferimento al cantautore morto durante l’edizione del Festival di Sanremo 1967. L’invito è “a non divulgare notizie errate e fuorvianti che riguardano la vita di Luigi Tenco“.
Cosa ha detto Mogol su Luigi Tenco
Durante la presentazione della 44esima edizione della Rassegna della canzone d’autore Premio Tenco 2021, Mogol, insignito del premio, aveva raccontato di aver tentato di convincere l’amico Luigi Tenco a non partecipare al Festival di Sanremo: “Luigi mi propose di scrivere le canzoni con lui, fra cui ‘Ciao amore’, proposta che io rifiutai perché quel brano era già perfetto così“, aveva detto il paroliere. E ancora: “Luigi Tenco passava molte ore con mio padre quando andava a trovarlo, fa parte della mia età e se mi avesse dato retta non sarebbe morto. Gli dissi, in una locanda dove ci fermammo, di non andare a Sanremo, che non ne aveva bisogno. Mi rispose che gli avrebbe dato popolarità…. Alla fine seppi della sua morte e quell’anno andai al suo funerale“.

La lettera aperta della famiglia Tenco indirizzata a Mogol
Egregio Giulio Rapetti (Mogol),
facendo seguito alle Sue recenti dichiarazioni riportate dalla stampa, La invitiamo a non divulgare notizie errate e fuorvianti che riguardano la vita di Luigi Tenco, cosa che già abbiamo avuto modo di scriverLe nel 2016 immediatamente dopo la trasmissione televisiva “Viva Mogol” a Lei dedicata da Giletti e nella quale era ospite anche Gino Paoli che cercava di correggere le Sue affermazioni fantasiose.
Se Lei fosse stato realmente amico di Luigi, o se avesse anche soltanto ascoltato le parole di Paoli, non avrebbe raccontato tali fantasie ma avrebbe saputo che Luigi era l’esatto contrario del ragazzo triste e solo che Lei dipinge!
Contrariamente alle Sue dichiarazioni, relative al fatto che Lei cercò di convincere Luigi a non andare al Festival di Sanremo, dobbiamo invece ricordarLe che fu proprio Lei una delle prime persone che già negli anni precedenti gli aveva scritto per tentare di convincerlo a prenderne parte.
A meno che, stando ad altre Sue dichiarazioni secondo le quali Lei non avrebbe aderito alla manifestazione sanremese proprio per convincere Luigi a non andarci, in realtà Lei intendesse dire che non gradiva che Luigi Tenco partecipasse a quel Festival del 1967 con la canzone “Ciao amore, ciao” poiché Lei gareggiava con altre canzoni tra cui “La rivoluzione” (citata nel biglietto di denuncia scritto da Luigi pochi minuti prima di perdere la vita) e sul cui retro del disco 45 giri vi era incisa la canzone intitolata “Ciao ragazza ciao”.
Parlando di cultura non soltanto musicale, Le ricordiamo che il Club Tenco, che per Sua ammissione ha sempre snobbato, fu fondato da una persona davvero perbene che amava dare un palcoscenico, a costo zero, ai giovani talenti della canzone d’autore italiana che non trovavano spazio nelle industrie discografiche dell’epoca: quell’uomo perbene, Amilcare Rambaldi, Lei lo ha malamente menzionato definendolo semplicemente un fiorista.
Al tempo stesso Le ricordiamo che l’attuale Direttivo del Club Tenco, da noi eredi di Luigi Tenco disconosciuto già da due anni per certe condotte contrarie agli scopi originari per cui concedemmo l’uso del nome “Club Tenco”, ha avuto il barbaro coraggio di “ripescare” anche la Sua figura riportando alla memoria quel discutibile “ripescaggio” della commissione artistica del Festival di Sanremo del 1967 che, per l’appunto, “ripescò” la Sua canzone sopra citata per portarla alla finale di quella gara canora.
Pertanto il Premio assegnatoLe recentemente da questo Club, ormai corto di memoria ed incapace di difendere la memoria del Cantautore Tenco a cui dovrebbe ispirarsi e persino del suo padre fondatore Rambaldi, ci appare più come una strategia di poca lungimiranza anziché come il riconoscimento di un vero merito artistico. Tanto più che vi è l’evidente e grave conflitto d’interessi del Suo ruolo di Presidente della SIAE che ha finanziato questo stesso Club Tenco, che poi l’ha premiata.
Famiglia Tenco
Leggi anche
- La sconfitta di Michetti è una grossa perdita per la satira
- ITA e i predatori dell’Alitalia perduta
- Onu, rapporto shock sull’Italia: ‘Sfruttamento e persistenti violazioni dei diritti umani’
- Aldo Bianzino: 14 anni fa l’assurda morte in carcere
- Come può essere credibile il governo di Draghi e Confindustria sull’antifascismo?
- Thomas Sankara, finalmente un processo contro i suoi assassini
- Amore e social network: la riduzione del sentimento
- Lo sport olimpico sovietico non ha lasciato eredi
- Cartoline da Salò: il nuovo libro di Alexandro Sabetti