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Amazzonia in fiamme, Bolsonaro nega ma siamo a un punto critico.

Jair Bolsonaro si è autoassolto e continua a respingere con forza le critiche ma l’Amazzonia è in fiamme e rischia di tramutarsi in savana.

Amazzonia in fiamme

Jair Bolsonaro si è autoassolto e continua a respinge con forza le critiche che gli piovono addosso da almeno un anno per i roghi che hanno distrutto l’Amazzonia e che stanno mandando in fumo il Pantanal, la parte sud occidentale della grande foresta pluviale. Lo ha fatto a settembre durante il discorso di apertura della 75° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, un privilegio attribuito al Brasile sin dal 1955 e continua incessantemente ad ogni richiamo della stampa internazionale e delle ONG.

Se oggi parte dell’Amazzonia brucia, secondo il presidente brasiliano,  questo dipende dai contadini e dalla popolazione locale che attiva i roghi per sopravvivere, non certo dai tagliaboschi al servizio dei proprietari terrieri e degli allevatori alla ricerca di nuovi spazi per le coltivazioni intensive di soia e far pascolare le mandrie.

Gli incendi sarebbero solo “una conseguenza delle alte temperature locali: la foresta pluviale è umida, difficile che possa bruciare con tale intensità.

Tutto questo contrasta invece con gli allarmi degli osservatori internazionali.

Amazzonia in fiamme, Bolsonaro nega ma siamo a un punto critico.sonaro

Da foresta pluviale a savana

L’Amazzonia in fiamme potrebbe essere sul punto di perdere la sua natura e di trasformarsi da una foresta pluviale in una savana a causa della crisi climatica. Questo è quanto emerge da uno studio svedese pubblicato sulla rivista Nature Communications. Le foreste pluviali sono altamente sensibili ai cambiamenti delle precipitazioni e dei livelli di umidità, e gli incendi e la siccità prolungata possono provocare la perdita di alberi e il passaggio a un mix di boschi e praterie simile a una savana.

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In Amazzonia, tali cambiamenti erano noti per essere possibili, ma si pensava che sarebbero passati molti decenni. Una nuova ricerca mostra che questo punto di svolta potrebbe essere molto più vicino di quanto si pensasse in precedenza. Secondo lo studio, fino al 40% della foresta pluviale amazzonica esistente è ora in un punto in cui potrebbe già essere considerata in parte una savana invece che una foresta pluviale.

Qualsiasi passaggio da foresta pluviale a savana richiederebbe ancora decenni per avere pieno effetto, ma una volta avviato il processo è difficile da invertire. Parti dell’Amazzonia ricevono molta meno pioggia di prima a causa del clima che cambia. Le piogge in circa il 40% della foresta sono ora a un livello in cui ci si potrebbe aspettare che la foresta pluviale sia come una savana, secondo lo studio, condotto dallo Stockholm Resilience Center, basato su modelli computerizzati e analisi dei dati.

Amazzonia in fiamme, Bolsonaro nega ma siamo a un punto critico.

Lo studio di Arie Staal

L’anno scorso, il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato avvertito che la continua distruzione dell’Amazzonia da parte di incendi e taglialegna avrebbe avvicinato la regione a un punto critico in cui la foresta pluviale potrebbe trasformarsi in savana. Gli incendi di quest’anno in Amazzonia sono i peggiori degli ultimi dieci anni, con un aumento del 60% dei punti caldi rispetto allo scorso anno.

Arie Staal, autore principale dello studio, ha affermato che l’ecologia delle foreste pluviali significa che, sebbene producano le proprie precipitazioni autosufficienti nel clima giusto, sono anche inclini a seccarsi nelle condizioni sbagliate. Man mano che le foreste crescono e si diffondono in una regione, ciò influisce sulle precipitazioni, ha spiegato. Le foreste creano la propria pioggia perché le foglie emettono vapore acqueo e questo cade come pioggia più sottovento. Le piogge significano meno incendi che portano a ancora più foreste . Ma se si perdono vaste aree di foresta pluviale, i livelli di pioggia nella regione diminuiscono di conseguenza.

Questo livello ridotto di “riciclaggio dell’umidità atmosferica” è stato simulato nei modelli computerizzati utilizzati nello studio. Le condizioni più asciutte rendono più difficile per la foresta recuperare e aumenta l’infiammabilità dell’ecosistema, ha detto Staal al Guardian. Una volta che la foresta pluviale ha varcato la soglia e si è convertita in un misto di bosco e prateria di tipo savana, è improbabile che torni naturalmente al suo stato precedente, ha aggiunto lo scienziato.

(Fonte: askanews)

 

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