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In tempi di crisi, mentre milioni faticano ad arrivare a fine mese, la commissione Bilancio della Camera approva una norma che equipara gli stipendi di ministri e sottosegretari a quelli dei parlamentari, alimentando indignazione e polemiche sulla giustizia sociale.
Per ministri e sottosegretari 7mila euro in più al mese, per i pensionati 1euro e 80
Siamo abituati a non meravigliarci davanti ai super stipendi, alle buone uscite di milioni di euro dei managers aziendali ma in tempi di crisi la decisione della commissione Bilancio della Camera dimostra che al peggio non c’è mai limite.
Anche perchè, contemporaneamente, ironia amara della sorte, il tanto sbandierato aumento delle pensioni minime sapete invece a quanto ammonta? 1,8 euro al mese. L’incremento dell’emolumento per chi si è ritirato dal lavoro arriverà a 616,57 euro dai 614,77 euro attuali.
A certificarlo è la Gazzetta Ufficiale numero 278. Il decreto congiunto del ministero dell’Economia e del ministero del Lavoro stabilisce che l’inflazione da recuperare nel 2025 sulle pensioni – corrispondente a quella di quest’anno (l’indicizzazione segue sempre un anno di ritardo) – sarà pari a uno scarso 0,8%. Una percentuale inferiore all’1% auspicato quando la manovra era stata chiusa e inviata alla Camera, che avrebbe comportato un mini rialzo di appena 3 euro, già oggetto di numerose polemiche.
La norma che allinea la busta paga di ministri e sottosegretari non parlamentari a quella di parlamentari della Camera e del Senato è offensiva verso quanti non arrivano a metà mese e davanti a rivendicazioni salariali vengono accusati di essere ingrati verso le aziende, irresponsabili ed egoisti.
Ci verrebbe da dire che equiparare il trattamento economico tra ministri, sotto segretari e parlamentari dovrebbe essere l’ultima preoccupazione parlando di migliaia di euro al mese, magari avremmo dovuto equiparare i salari nel settore degli appalti e dei subappalti con trattamento economico pari a quello registrato nelle committenze.
Siamo davanti all’ennesimo schiaffo inferto alla dignità umana, un trattamento di favore riservato a chi ha già tanto (e un parlamentare dovrebbe a nostro avviso guadagnare assai meno di quanto percepisce) specie se pensiamo che i beneficiari in certi casi hanno già assegni previdenziali pesanti. Ma non era proprio il Governo Meloni a volere combattere la Casta?
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