Referendum 2020, la partita impossibile in realtà è ancora aperta: i sondaggi e la campagne social indicano il fronte del No in forte ascesa
Referendum 2020, l’ascesa dei NO
Diciamolo subito: la vittoria del SI è ancora la più probabile nell’esito referendario. La pancia del paese, come amano chiamarla i maître à penser, ha l’occasione di portare a casa uno scalpo immaginario, quello della casta, almeno per com’è stato presentato il quesito dai promotori.
Il referendum del 20 settembre, con cui i 5 Stelle vorrebbero tagliare 345 poltrone, come vengono chiamate dai promotori, Luigi di Maio in testa, cioè 345 rappresentanti del popolo, come sono definiti dalla Costituzione, è un cavallo di battaglia della vecchia base grillina, quella dei duri e puri, che l’attuale governance invischiata nella difficile arte del governo, sta cercando di riavvicinare.
Ma dopo l’iniziale euforia, con i sondaggi che davano il Sì ad oltre il 90% appena un mese fa, avvicinandosi la data referendaria e con la campagna dei due schieramenti entrata nel vivo, emerge sempre più che non ci sarà un plebiscito come sperato da Di Maio.
Un sondaggio realizzato per Affaritaliani.it da Roberto Baldassari, direttore generale di Lab21, appena una settimana fa, certifica il balzo del fronte del No al 30% nel giro di poche settimane con un trend in crescita continua.
La marcia trionfale del SI è diventata un percorso minato.
Aspettando di conoscere l’esito reale del referendum, registriamo alcuni segnali dai media.
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La partita sui social
Sui social ad oggi, guardano semplicemente i numeri ufficiali, non sembra esserci partita, a favore dei gruppi sostenitori del NO al taglio dei parlamentari. Su Facebook, il gruppo del No, particolarmente attiva nelle condivisioni di analisi e riflessioni, ha superato la soglia dei 29.000 iscritti (ma aumentano continuamente) doppiando il gruppo del Sì, altrettanto ricca di post e condivisioni ma che è fermo da qualche giorno a circa 14.000 iscritti.
Ovviamente il risultato che conta è quello nelle urne, che ribadiamo, vede ancora il fronte del SI in vantaggio consistente. Ma i segnali vanno colti.
Referendum 2020, Travaglio agitato
Chi coglie i segnali, infatti, è il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, impegnato direttamente nella battaglia referendaria a favore del SI. La tensione referendaria deve averlo colpito profondamente. Ne sanno qualcosa i sostenitori del NO che sono stati insultati nel suo editoriale del 28 agosto.
Secondo Travaglio, i sostenitori del No, “paiono usciti da una serata alcolica del Billionaire, serve la neuro”.
Critiche interne, l’addio di Lucia Tocci
Il fronte del SI non è impermeabile alle scosse telluriche della campagna referendaria. Se da una parte, quella del Partito Democratico, i dissensi alla linea Zingaretti sono alla luce del sole (Gianni Cuperlo su tutti), anche all’interno dei 5 Stelle qualcosa si muove.
Quella sul referendum è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, è l’incipit con cui Lucia Tocci, attivista storica del Movimento, pochi giorni fa ha commentato un post del senatore Cinquestelle Nicola Morra sul Sì al referendum. Quello della Tocci è un doloroso messaggio di addio:
La politica spesso ingoia chi credeva di cambiare il sistema, invece lo stesso ha cambiato loro. Mi dispiace Onorevole Morra io sono profondamente delusa. Ci ho creduto con tutta me stessa e per 10 anni vi ho sostenuto. Questo referendum è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ho lottato per il Movimento 5 Stelle, mi son fatta nemici, ci ho anche rimesso economicamente. Ora è arrivato il momento di fermarmi. Come qualcuno direbbe, mi arrendo. È stato un sogno bellissimo e mi creda senatore Morra, il mio morale è a pezzi. La saluto cordialmente.
Insomma, la partita impossibile in realtà sembra più che aperta.
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