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venerdì, Giugno 20, 2025
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Referendum 2020: le ragioni del SI sono un invito a votare NO

Referendum 2020, la domanda nasce spontanea: perché tagliare gli eletti e non gli stipendi e i privilegi dei parlamentari? Perché non mettere un tetto alle assenze?

Referendum 2020: un problema reale affrontato nel modo sbagliato

Ci sono dalle verità innegabili, quelle con la forza dei numeri: in Italia ci sono i parlamentari più pagati d’Europa. Nonostante i distinguo, le tabelle sfalsate, il dato, al netto di variabili in busta paga, resta inequivocabile

Referendum 2020: le ragioni del SI sono un invito a votare NO

Altro punto critico, il tasso di assenteismo: i dati diffusi da OpenParlamento sulle presenze in aula di deputati e senatori sono imbarazzanti. Alla Camera il primato tra gli assenteisti spetta a Michela Vittoria Brambilla (Forza Italia), che dal 2018 ha partecipato soltanto a 78 votazioni su 6.304. Risultato: il tasso di assenze è del 98,76%. A seguire Antonio Angelucci, deus ex machina della sanità privata laziale che supera il 94%di assenze a Montecitorio.  Vittorio Sgarbi riporta invece un 79,52% di assenze alle votazioni.

A Palazzo Madama le cose non vanno meglio. La percentuale di assenze più alta ce l’ha Tommaso Cerno, eletto col Pd e passato poi al Misto, mancato all’84,31% dei voti. Immancabile da anni in questa clasifica Niccolò Ghedini, il fedelissimo avvocato di Silvio Berlusconi assente nel 69% delle sedute.

Ora è evidente che in un qualsiasi posto di lavoro, chi si assentasse anche solo un decimo dei numeri che avete appena letto, sarebbe messo alla porta senza alcun riguardo.

Allora la domanda, sommando queste due criticità, è: perché tagliare gli eletti e non gli stipendi e i privilegi dei parlamentari? Perché non mettere un tetto alle assenze giustificabili? Perché non prevedere un semplice meccanismo con il quale si decurta lo stipendio dopo un certo numero di assenze e al persistere scatta la decadenza del seggio?

Sarebbe molto più semplice abolire i privilegi che i privilegiati: basterebbe un voto in Parlamento, che non avrebbe richiesto nemmeno il referendum confermativo. E in più, si otterrebbero risparmi ben più cospicui dei 50 centesimi all’anno. Fermo restando che associare la parola risparmio a democrazia non è mai un buon affare.

Referendum 2020: le ragioni del SI sono un invito a votare NO

E dunque, una giusta battaglia di principio, rischia di avere l’effetto contrario, nel tritacarne della furia popolare, che pur di portare a casa una presunta vittoria contro la casta, rischia invece di rafforzarla clamorosamente.

Le argomentazioni di questo referendum 2020 a favore del sì, andandole ad analizzare, rafforzano clamorosamente le ragioni del no.

Sul risparmio per lo Stato e per i cittadini.

La cifra che l’amministrazione andrebbe a risparmiare, nel contesto dei conti pubblici, è irrisoria, per stessa ammissione dei fautori del taglio, siamo sul centinaio di milioni di euro l’anno, ovvero 50 centesimi a testa per ogni cittadino. Se invece, per esempio, si dimezzasse lo stipendio ed i vitalizi di tutti gli attuali parlamentari, il risparmio sarebbe quasi dieci volte superiore.

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Siamo il paese con più parlamentari

Altra cosa che viene spesso urlata tra i fautori del taglio netto è il citare ad esempio gli Stati Uniti che, con 325 milioni di abitanti, hanno 535 parlamentari, cioè meno di noi. Peccato che non sia così.

Gli USA sono una Repubblica Federale, costituita da 50 Stati e un distretto federale (senza mettere nel novero anche le contee); gli eletti con funzioni legislative sono circa 7800 a cui vanno aggiunti i 535 del congresso federale. In totale più di 8000.

Al contrario, tornando a noi, col taglio previsto nel referendum di 345 eletti, si finirebbe per collocare l’Italia all’ultimo posto in Europa nel rapporto eletti-elettori. Un primato non proprio lusinghiero.

Snellimento delle procedure

Meno parlamentari, più velocità nelle procedure? Assolutamente no. Prima cosa, la velocità non è un requisito costituzionale e, soprattutto, non è il presupposto dell’efficienza dal momento che essa non dipende dal numero dei parlamentari, ma da quanti di essi sono addetti ad una commissione o ad un progetto di legge, dai regolamenti parlamentari da seguire e, non ultimo, dalla competenza di deputati e senatori.

Referendum 2020: le ragioni del SI sono un invito a votare NO

Referendum 2020 inadeguato senza una nuova legge elettorale

Molte delle cose che abbiamo detto fino ad ora dipendono direttamente dalla legge elettorale. Ed il paradosso è che anche i sostenitori del si concordano sull’esigenza di mettere mano ai correttivi ed alla legge elettorale.

Ma allora perché confermare una legge per la quale già si prevede la necessità di correttivi, nonché di una legge elettorale totalmente diversa, cioè proporzionale con preferenze, rispetto a quella in vigore, maggioritario con nomine?

Praticamente siamo a fare spese da Tiffany’s con dei pagherò…

Dall’abolire la casta alla creazione di una super casta

La cosiddetta casta non ha mai votato l’abolizione dei privilegi, ora invece è quasi all’unisono decisa a votare per il si. Gli unici tentennamenti arrivano per puro calcolo politico, per la possibilità di mettere in crisi il governo, altrimenti ci sarebbe da parte del parlamento una scelta bulgara. Questo non insospettisce i furenti tagliatori di teste?

Il si è un voto che, nella situazione attuale, cristallizza e perpetua un’inaccettabile situazione di privilegi. Saranno tagliati 345 deputati e senatori, e la logica vuole che avverrà tra i più indipendenti, i più liberi, i più scomodi, a tutto vantaggio dei signor si e nessuno vieterà ai recordman di assenze di essere ricandidati.

Ci ritroveremo un Parlamento di 600 eletti, ancor più pieno di nominati, nel rapporto al numero di eletti, fedelissimi non rappresentativi di altro che dei loro capi. Un cortocircuito perfetto: votare pensando di contribuire a punire la casta, e ritrovarsi con una super casta fatta a piacimento di Meloni, Zingaretti, Di Maio e Salvini.

 

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Alexandro Sabetti
Alexandro Sabetti
Vice direttore di Kulturjam.it -> Ha scritto testi teatrali e collaborato con la RAI e diverse testate giornalistiche tra le quali Limes. Ha pubblicato "Il Soffione Boracifero" (2010), "Sofisticate Banalità" (Tempesta Editore, 2012), "Le Malebolge" (Tempesta Editore, 2014), "Cartoline da Salò" (RockShock Edizioni)

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