La leader di FdI al Forum Ambrosetti a Cernobbio attacca il provvedimento. Salvini fa fronte comune e propone di dare alle imprese le risorse del reddito di cittadinanza.
Meloni: Reddito di cittadinanza è metadone di Stato
“Non sono d’accordo con Giuseppe Conte, il reddito di cittadinanza è metadone di Stato, ‘ti mantengo nella tua condizione’, non è un provvedimento di sviluppo”. Lo ha detto la leader di FdI Giorgia Meloni al forum Cernobbio.
Matteo Salvini, ospite anch’esso alla kermesse, ha rincarato la dose:
“Il reddito di cittadinanza si è rivelato sbagliato. Lo abbiamo votato ma riconoscere un errore è segno di saggezza. Proporrò un emendamento alla manovra per destinare alla imprese questi soldi“.
Viene da chiedersi come mai, con tanto zelo, un sussidio per i meno abbienti viene considerato metadone mentre gli sgravi fiscali, gli incentivi e i condoni che da decenni vengono somministrati agli imprenditori, che ne chiedono continuamente di nuovi, non lo sono.
I due lader più popolari in Italia forse dimenticano che in questi decenni sono stati inondate di denaro le imprese con il risultato che, spesso e volentiere, quei sostegni hanno arricchito chi era già ricco ma non hanno incido sull’occupazione se non in parte minima.
Senza andar troppo lontano, basta leggere il report dell’Istat sull’ultimo trimestre in Italia:
“La stima completa dei conti economici trimestrali conferma la crescita sostenuta del Pil dell’economia italiana nel secondo trimestre del 2021 diffusa nella stima preliminare, con aumenti del 2,7% in termini congiunturali e del 17,3% in termini tendenziali.
Il forte recupero dell’attività produttiva riflette un aumento marcato del valore aggiunto sia nell’industria, sia nel terziario. Dal lato della domanda, a sostenere la crescita del Pil sono state le componenti interne dei consumi e degli investimenti il cui contributo è stato di
+2,6 e +0,5 punti percentuali, mentre la componente estera ha fornito un apporto di 0,3 punti. Negativo è il contributo delle scorte per 0,8 punti percentuali.
Le ore lavorate sono cresciute del 3,9% in termini congiunturali, le posizioni lavorative dell’1,9%, mentre i redditi pro capite sono risultati sostanzialmente stazionari”.
Che significa? Ce lo ha spiegato Pasquale Cicalese in un altro articolo:
- Si lavora di più.
- I salari, nonostante ciò, sono sempre stazionari.
- Questo famigerato boom di investimenti delle aziende non c’è (hanno semplicemente intascato i soldi pubblici).
- Lo stato ha contribuito negativamente per lo 0,2% sul PIl. Non ve ne eravate accorti? Siamo in deflazione salariale e austerità, dal 1992.
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