La domanda alberga nell’aria da giorni: Giuseppe Conte illustrerà questa settimana il progetto del nuovo Movimento 2.0? Ogni settimana sembra quella propizia e intanto i giorni passano e le questioni sul tavolo si arricchiscono ogni volta di nuovi capitoli.
Quando arriva Conte?
L’attesa di Giuseppe Conte è forse essa stessa Giuseppe Conte? Ma è un attendere che non solo logora e alimenta riposizionamenti ma crea agitazione: più passa il tempo più ci si chiede quale sarà la nuova prospettiva e i contenuti del cambiamento.
Nessuno, ad ora, ha contezza delle modifiche, fermi restando i valori fondanti, che l’ex presidente del Consiglio si appresterebbe ad apportare. Molti confidano nella sua capacità di mediazione per tenere il Movimento unito. Intanto la richiesta di confronto interno resta, ma da tempo non si svolgono più assemblee congiunte dei gruppi parlamentari per un confronto. E la lamentela di alcuni verte proprio sull’assenza di luoghi di confronto. Anche sulle future alleanze.
La bomba del ‘secondo mandato’
Il tema del secondo mandato è quello che ha creato più fibrillazione all’interno del M5S. Le anime interne sono sono spaccate su uno dei principi fondanti. Da una parte c’è chi ritiene che la possibilità di una deroga sia nelle cose, e l’escamotage sarebbe nell’obiettivo di riconoscere meriti particolari, e dunque consentire ‘eccezioni’; dall’altra parte ci sono i fedelissimi dei principi fondanti senza se e senza ma. Ad esempio il deputato, Giovanni Currò che parla non di un vezzo ma di “un principio sacrosanto, affinché si evitino concentrazioni di potere nelle forze politiche”. In questa direzione c’è stata l’uscita a sorpresa di Beppe Grillo, il quale ha ribadito che lo Statuto su questo fronte non cambia.
L’uscita sui due mandati secondo alcuni è stato anche un messaggio del garante a Davide Casaleggio. Fin dall’inizio Grillo ha fatto sapere di non volere la rottura con il figlio di Gianroberto, ma evitare la rottura sarà ancora molto difficile. Casaleggio ha chiesto arretrati al Movimento per 450mila euro: sono i soldi che i parlamentari si erano impegnati a versare all’atto della candidatura e che espulsi e dissidenti si sono rifiutati di dare.
Soldi che però, è la controffensiva dei contiani, gli eletti si sono impegnati “con il Movimento” a versare e non certo con Rousseau. Ma Casaleggio non si è limitato a chiedere soldi, si è anche mosso autonomamente sui temi: ha lanciato addirittura un suo manifesto ControVento e ha messo la regola dei due mandati come principio indiscutibile.
La questione quindi è tutta nelle mani di Giuseppe Conte e nella sua capacità di mediazione. Ma non finisce qui.
Gli accordi con il PD
Beppe Grillo ha ribadito anche la strada dell’accordo con il centrosinistra ma non ha specificato quali saranno i soggetti di riferimento ma, in ogni caso, è dato per positivo l’incontro avvenuto con Enrico Letta.
Resta l’ultima questione spinosa: in vista delle possibili convergenze con il Partito democratico per le amministrative, la ‘blindatura’ di Virginia Raggi per il Campidoglio. Altro paletto fissato da Beppe Grillo.
Dunque i dossier in mano a Giuseppe Conte sono tanti e dopo un mese di lavoro coperto da assoluto riserbo, si prepara a presentare il suo programma per la rifondazione M5s: un vero e proprio manifesto che metterà in chiaro le condizioni per la sua leadership e l’orizzonte su cui intende muoversi. Il primo appuntamento è per giovedì primo aprile: è stata convocata per le 21.30, un’assemblea congiunta su Zoom dei parlamentari con Vito Crimi e appunto Conte.
[themoneytizer id=”68124-28″]