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La Germania si prepara a tornare alle urne dopo che il cancelliere Olaf Scholz ha perso il voto di fiducia al Bundestag, un passaggio costituzionale necessario per formalizzare la conclusione della crisi di governo iniziata a novembre. I principali partiti tedeschi si erano già accordati per indire elezioni anticipate il 23 febbraio 2025, evitando così di attendere la scadenza naturale della legislatura prevista per l’autunno del 2025.
La crisi di governo in Germania: il crollo della coalizione
Il governo di Scholz, insediatosi nel 2021, era sostenuto da una coalizione eterogenea composta dai Socialdemocratici (SPD), dai Verdi e dai Liberali (FDP). Fin dall’inizio, però, questa “coalizione semaforo” si era dimostrata fragile e litigiosa, soprattutto sulle questioni economiche e di bilancio.
La crisi è esplosa lo scorso novembre, quando Christian Lindner, leader dei Liberali e ministro delle Finanze, ha rotto con gli alleati avanzando richieste inaccettabili sulla legge di bilancio e chiedendo elezioni anticipate. In risposta, Scholz ha licenziato Lindner e l’FDP ha abbandonato il governo, lasciando il cancelliere a capo di un esecutivo di minoranza insieme ai Verdi.
Senza una maggioranza parlamentare, l’approvazione delle leggi è diventata impossibile e, con il voto di sfiducia di oggi, si è formalizzata una crisi che ormai appariva irreversibile.
Scholz, un leader impopolare ma riconfermato
Nonostante i bassi livelli di consenso, Olaf Scholz è stato nuovamente indicato come candidato cancelliere dai Socialdemocratici. Questo nonostante ci fosse un’alternativa più popolare all’interno del partito: il ministro della Difesa Boris Pistorius, molto apprezzato dall’opinione pubblica. Tuttavia, la SPD ha deciso di puntare sulla continuità.
Un elemento di incertezza è rappresentato dall’estrema destra di AfD, che ha cercato di destabilizzare il voto con la sua consueta tattica di azioni parlamentari imprevedibili. Anche se AfD avesse votato a favore di Scholz – un’ipotesi remota – il cancelliere non avrebbe comunque raggiunto la maggioranza assoluta di 367 voti, necessaria ma politicamente inaccettabile.
La procedura e la data delle elezioni
Ora la palla passa al presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier, che ha 21 giorni per sciogliere il Bundestag. La Costituzione tedesca stabilisce che le elezioni debbano tenersi entro 60 giorni dallo scioglimento del parlamento. Per rispettare la data del 23 febbraio, Steinmeier dovrà sciogliere il Bundestag attorno al 25 dicembre, un passo che potrebbe avvenire con qualche giorno di ritardo, considerando le festività natalizie.
La campagna elettorale: CDU favorita, ma con chi governerà?
La campagna elettorale è già iniziata, e domani la CDU, insieme alla sua ala bavarese CSU, presenterà il proprio programma. Friedrich Merz, leader della CDU, è il favorito per diventare il prossimo cancelliere. Tuttavia, nonostante l’ampio vantaggio nei sondaggi, la CDU difficilmente riuscirà a governare da sola.
I liberali dell’FDP, che avevano puntato su una futura alleanza con la CDU, rischiano ora di rimanere fuori dal parlamento, essendo sotto la soglia di sbarramento del 5%. Merz sta dunque guardando con interesse ai Verdi, con cui condivide posizioni simili sulla politica estera. Tuttavia, i Verdi sono riluttanti all’idea di un’alleanza, e il leader della CSU Markus Söder, figura influente nella politica bavarese, si è già dichiarato contrario a un’intesa con loro.
Il panorama delle coalizioni e i possibili scenari
La Germania è abituata alle coalizioni politiche, ormai una costante a livello sia federale che statale. Recentemente, CDU e SPD hanno collaborato con il nuovo partito populista di Sahra Wagenknecht (BSW) in alcune regioni. Tuttavia, a livello nazionale, il dialogo tra i partiti sarà complesso e le alleanze risulteranno probabilmente forzate e risicate.
La SPD, dal canto suo, tenterà di recuperare consensi dopo mesi di calo nei sondaggi. Al momento, però, i tre partiti della coalizione uscente (SPD, Verdi e FDP) raggiungono a stento la percentuale accreditata oggi alla sola CDU.
La storia delle elezioni anticipate in Germania
Dal dopoguerra a oggi, un voto di sfiducia si è verificato solo cinque volte. La Costituzione tedesca è stata concepita per garantire stabilità politica, permettendo al cancelliere in carica di convocare questa votazione solo come extrema ratio.
In tre dei cinque precedenti casi, il voto ha portato a elezioni anticipate: Willy Brandt della SPD e Helmut Kohl della CDU le vinsero rispettivamente nel 1972 e nel 1982. L’ultimo precedente risale al 2005, quando il socialdemocratico Gerhard Schröder perse contro Angela Merkel, che avrebbe guidato la Germania per i successivi 16 anni.
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