Verdini ai domiciliari per rischio covid, lo ha deciso il tribunale di sorveglianza. Ma quanti detenuti nelle stesse condizioni ci sono nelle carceri italiane?
Verdini ai domiciliari
Denis Verdini ex senatore, già consigliere fidato di Silvio Berlusconi e Matteo Renzi, ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo 80 giorni di carcere e una pena da sei anni e mezzo da scontare per il crac del Credito cooperativo fiorentino.
Due giorni fa il Tribunale di Sorveglianza gli ha concesso i domiciliari perché lo considera un soggetto particolarmente vulnerabile al contagio da Covid 19 e occorre tutelare in via provvisoria la sua salute“
È noto che nel carcere di Rebibbia c’è un focolaio di covid con più di 100 contagiati. Quindi è comprensibile che il magistrato di sorveglianza abbia accolto la richiesta dei legali di Denis Verdini.
Nel provvedimento del giudice si spiegava inoltre che alla luce della emergenza epidemiologica Covid-19 attualmente in atto in alcuni reparti dell’Istituto di detenzione le condizioni di salute del detenuto, in particolare quelle cardio respiratorie croniche già compromesse, potrebbero essere poste a serio rischio di peggioramento dalla possibile diffusione del virus in ambito carcerario e comunque non adeguatamente gestite in ambito penitenziario, con l’ausilio di strutture esterne, in considerazione del significativo sovraccarico a livello nazionale dei presidi ospedalieri attualmente prevalentemente dedicati ad affrontare la pandemia”
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Tuttavia, al momento, non risultano provvedimenti simili per tutti gli altri detenuti a rischio. Per loro vale la stessa preoccupazione dimostrata per l’ex senatore o possono restare all’ammasso nelle celle?
In questo documento del Ministero degli Interni c’è l’aggiornamento sul Monitoraggio settimanale Covid negli istituti penitenziari.
Ricordiamo anche le raccomandazioni che il 20 marzo 2020 l’European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment (CPT) ha indirizzato agli Stati membri del Consiglio d’Europa, dove viene indicata come imperative, in particular, in situation of overcrowding, l’adozione di tutte le soluzioni alternative alla privazione della libertà, a partire proprio da un greater use of alternatives to pre-trial detention.
E questa considerazione era stata autonomamente già formulata dai primi commentatori del d.l. n. 18/2020, i quali hanno suggerito al legislatore, in vista della conversione del decreto-legge, l’introduzione di una disciplina temporanea che imponga al giudice di tener conto, al momento della scelta della misura cautelare, anche dell’odierna emergenza sanitaria, così da favorire una più diffusa applicazione degli arresti domiciliari, eventualmente con l’uso del braccialetto elettronico.
Tornano alle nostre latitudini, per la cronaca – non sappiamo se rosa o giudiziaria- sabato ad accogliere Denis Verdini dopo il rilascio c’era il leader della Lega Matteo Salvini, in compagnia della fidanzata Francesca, come noto figlia dell’ex senatore. Sui quotidiani Repubblica e La Nazione hanno raccontato che Salvini ha trascorso alcune ore nella villa della famiglia Verdini a Pian del Giullari, sulle colline del capoluogo toscano, prima di rientrare a Milano.
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