Dalle storiche performance di Vespa, ai cubani mangiabambini fino ai fantozziani funerali dei reali inglesi: TG da Istituto Luce. L’informazione pubblica sempre più imbarazzante.
TG da Istituto Luce
Che il servizio pubblico non goda di buona salute è ormai storia risaputa, se ne parla come qualcosa di assodato senza nemmeno più farsi sorprendere.
Si da per acquisito questo modus operandi dell’informazione con quel misto di cinismo e rassegnazione: “tanto è così da anni“, “fanno tutti cosi“, scadendo sempre più in quella indolenza prossima al più becero populismo “so tutti uguali, non se ne salva nessuno, è colpa daaa soscietà”
Parlare della cattiva informazione è visto ormai alla stregua del parlare del sesso degli angeli. E invece lo stupore è ancora un sentimento che alberga in molti di noi davanti a certi esercizi di cattiva informazione, e qui usiamo un eufemismo per non utilizzare termini impropri. E dire che in questi anni ne abbiamo viste di tutti i colori.
Anche solo negli ultimi 12 mesi abbiamo toccato punti di imbarazzo notevoli. Come dimenticare le settimane di show a reti unificate di uno dei volti storici della Rai, Bruno Vespa, impegnato nella promozione a oltranza del suo ultimo libro incentrato su Benito Mussolini, e promulgatore di una serie di fake news sul fascismo senza contraddittorio; come se si trattasse di una qualsiasi pagina facebook in cui si rilanciano le solite fandonie sui “meriti del fascismo” e non il servizio pubblico nazionale (nello specifico la performance incriminata fu su Rai 3 all’interno del programma Agorà).
Ma i toni da Istituto Luce che riesce a raggiungere il Tg2 sono insuperabili. Come dimenticare il natale del 2020, ultimo stralcio d’esistenza pre-pandemica, sul Matto Salvini Babbo Natale? In quel brillante servizio incentrato sul leader leghista che portava i regali ai senza tetto in favore di telecamere, introdotte dalla voce del giornalista: “Per un giorno Matteo Salvini non parla di politica“.
E questa è solo una delle tante perle che citiamo così, a memoria. Tralasciamo poi tutta l’apoteosi grillina dei mesi d’oro o i peana sull’incoronazione di Draghi, con i resoconti sulle sue frugali colazioni al bar…
Ma questa settimana abbiamo toccato un altro punto bassissimo, raschiando davvero il barile. Due i servizi incriminati, sempre sul Tg2 e , incredibilmente, nella stessa giornata, in sequenza.
Il primo scandalo è stato il servizio sulle dimissioni di Raul Castro da segretario del Partito Comunista cubano. Ora, ognuno la può pensare come crede sul governo dell’isola caraibica, si possono avere preconcetti ideologici o meno, ma un media pubblico dovrebbe avere la decenza minima di fare informazione, anche basica, elementare, cioè dando voce ai fatti da più angolazioni, anche semplificati. Invece abbiamo assistito a una velina che sembrava scritta direttamente dalle parte di Miami, (che per chi conosce un po’ la storia di quelle parti sarebbe come dire che in Italia le informazioni giudiziarie su Berlusconi sono divulgate attraverso Rete 4…)
Il servizio in questione nell’ordine ha parlato di: dinastia Castro che comanda l’isola da tempo, arricchendosi e relegando la popolazione alla fame, calpestando diritti civili e incarcerando per reati d’opinione (dove questo avviene regolarmente, per esempio nell’Egitto di Al Sisi, di norma nemmeno un cenno sullo stesso tg); facendo passare poi il messaggio che Raul governasse l’isola ed avesse abdicato in favore di Canel Diaz (e qui siamo proprio alla deformazione della cronaca).
La conclusione del servizio poi è stata che la dinastia Castro ed il comunismo hanno ridotto Cuba in povertà assoluta e il popolo alla fame mentre milioni di persone fuggivano in America “preferendo di morire affogati o divorati dagli squali”. Nessun accenno a quella cosa chiamata embargo, che da 60 anni strangola l’economia dell’isola caraibica.
Mancava solo la chiosa con “i comunisti mangiano i bambini”…
Non contenti, incredibilmente, nel servizio immediatamente successivo, un edificante servizio sulla famiglia reale inglese in occasione dei funerali del consorte della regina Elisabetta, trattato come fosse il nonno di famiglia di tutti noi.
Ecco, aggiungiamoci anche la diretta dei funerali del principe Filippo, sempre sulla Rai, con tutti gli speciali seguiti, gli esperti di “bon ton”, il dettaglio delle telecamere sui “gioielli di famiglia”: uno dei punti più bassi del servizio pubblico nazionale. Una gestione Rai da Contessina Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare.
Se una commissione d’esame giornalistica qualificata valutasse i Tg del servizio pubblico, secondo voi questi supererebbero l’esame?
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