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Il Ciad accusa: “Siamo rimasti da soli a combattere Boko Haram”

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Il Ciad intensifica la lotta contro Boko Haram, dichiarando il suo territorio libero dai terroristi dopo l’operazione Haskanite. Tuttavia, denuncia l’isolamento nella coalizione regionale MNJTF, minacciando il ritiro e chiedendo maggiore supporto dai vicini Niger, Nigeria e Camerun.

Il Ciad denuncia l’isolamento nella lotta al terrorismo nel bacino del Lago Ciad

Il Ciad ha intensificato le sue operazioni militari contro Boko Haram dopo l’attacco devastante di fine ottobre, in cui circa 40 soldati ciadiani hanno perso la vita.

Questo evento ha spinto il presidente del paese a lanciare l’operazione Haskanite, che, secondo le autorità, ha inflitto gravi perdite ai terroristi, con l’uccisione di circa 100 combattenti, tra cui un leader chiave, Kanaye Djougoun.

Il governatore della provincia del Lago du Lac ha dichiarato che il territorio ciadiano è ora libero dalla presenza di Boko Haram, aggiungendo che i combattenti operano dai vicini Niger e Nigeria, utilizzando il bacino del Lago Ciad come area di rifornimento.

Nonostante questi successi, il Ciad ha espresso frustrazione per il senso di abbandono nella sua lotta al terrorismo. “Perché il Ciad è lasciato solo sul campo di battaglia?” ha chiesto Boukar Michel, ministro delle Comunicazioni. Il governo di N’Djamena ha persino minacciato di ritirarsi dalla Multinational Joint Task Force (MNJTF), una coalizione regionale antiterrorismo creata nel 2015 con la partecipazione di Ciad, Nigeria, Niger e Camerun.

L’isolamento percepito dal Ciad mette in luce la sfida persistente di coordinare gli sforzi regionali contro gruppi terroristici come Boko Haram. Sebbene il MNJTF rappresenti una piattaforma di cooperazione, il Ciad ritiene di sostenere un peso sproporzionato nella battaglia, chiedendo maggiore impegno e supporto da parte degli altri membri della coalizione.

Questa situazione solleva interrogativi sull’efficacia della strategia regionale e sull’impegno collettivo nella lotta contro il terrorismo, una minaccia che continua a destabilizzare l’intera area del Lago Ciad.

 

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