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Il caso Cucchi non finisce mai: il testimone chiave perseguitato dai superiori

Il caso Cucchi non finisce mai: è stato il testimone che con la sua rivelazione ha permesso la riapertura dell’indagine sull’omicidio di Stefano Cucchi. Riccardo Casamassima, appuntato dei carabinieri in servizio nell’ottobre 2009 alla caserma di Tor Vergata, ha parlato a distanza di anni dal fatto, per paura di ritorsioni che si sono puntualmente verificate.

Caso Cucchi: Riccardo Casamassima, il testimone chiave denuncia le ritorsioni subite

Una lunga serie di procedimenti disciplinari subiti, 15, cominciati tutti dopo la testimonianza, più tre trasferimenti non voluti.

Casamassima coraggiosamente sta denunciando tutto pubblicamente dalla sua pagina facebook e ha lanciato anche un appello pubblico al Presidente Mattarella chiedendo tutela per se e per la sua famiglia.

L’appuntato ha fatto nomi e cognomi, affermando di aver subito pesanti ritorsioni su pressione del comandante generale dei Carabinieri Giovanni Nistri. Davanti al giudice Roberto Nespeca dichiarò:

Un superiore, in una conversazione, evidenziò la volontà di Nistri di fare pressioni su di me.

Circostanza confermata dalla stessa Ilaria Cucchi nel 2018:

Da lui sproloquio contro i carabinieri che hanno parlato. 

Da dopo la sua deposizione al processo Cucchi bis, nel maggio 2018 cominciano le pratiche di trasferimento. Dalla caserma Tor di Quinto a quella in via Giulio Cesare, alla Scuola allievi. Gli sono state revocate indennità e straordinari.

Nel 2019, a giugno, viene messo in un ufficio a non fare nulla:

Mi tenevano sei ore fermo. Era imbarazzante. Lo scrissi sui social e venni contattato dalla ministra della Difesa Trenta, che incontrai.  Racconta sempre lo stesso Casamassima.

L’Arma, dunque, ha presentato il conto. I vertici hanno reagito con la retorica delle mele marce, dell’Arma che vuole la verità in pubblico, ma con un comportamento punitivo nei fatti.

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In tutto questo prosegue la battaglia solitaria di Riccardo Casamassima: i suoi ultimi post segnalano aspetti sempre più preoccupanti della vicenda. Ne segnaliamo tre. Nel primo l’appuntato ci ricorda che sta per riprender servizio alle dipendenze di un generale denunciato per abuso nei suoi confronti.

Il caso Cucchi non finisce mai: il testimone chiave perseguitato dai superiori

Nel secondo apprendiamo di una denuncia nei confronti del comandante del primo reparto che gestisce i trasferimenti. Una denuncia che segue gli esposti già presentati contro ufficiali dell’Arma e, per queste ragioni, indagati.

Ennesima denuncia che si rende necessaria per le difficoltà in cui l’appuntato e sua moglie sono costretti a lavorare  continuando a prestare servizio al fianco dei superiori denunciati. Con orari incompatibili con quelli della moglie, anche lei carabiniere, che nel periodo appena trascorso e con la chiusura delle scuole è stata costretta a turni quasi sempre serali.

Il caso Cucchi non finisce mai: il testimone chiave perseguitato dai superiori

L’altro post, di qualche ora fa, ci rivela un altro aspetto di cui non se ne era a conoscenza:

Il 13 (ottobre) ci sarà il processo dove sono accusato di spaccio come tutte le cose le affronterò a testa alta. In questi anni sono stato dipinto come un bandito… un procedimento per traffico internazionale nel 2009 archiviato un procedimento per omissioni dove ho rinunciato alla prescrizione, un procedimento per spaccio dove mi accusano di aver tenuto a casa mezzo kilo di cocaina… e un procedimento dove sono parte offesa perché volevano far credere che ho testimoniato per fare una estorsione alla famiglia Cucchi…

Il caso Cucchi non finisce mai: il testimone chiave perseguitato dai superiori

 

Il caso Cucchi non finisce. I depistaggi

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