La fine di un incubo: Enzo Liguoro, professore 73enne fondatore di Mamafrica, di cui oggi è presidente onorario, è stato assolto con formula piena dalla terribile accusa di abusi sessuali: il fatto non sussiste.
Enzo Liguoro è innocente
Tutto è cominciato il 6 aprile del 2019 quando Enzo Liguoro è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Napoli su disposizione della Procura di Nola e posto ai domiciliari. L’accusa era di quelle terribili: violenza sessuale ai danni di un minorenne, ospite di una casa famiglia a Togoville, città del Sud del Togo.
Liguori 73 anni, è il fondatore e presidente onorario della onlus internazionale Mamafrica che da oltre un ventennio è impegnata in una sorte di ponte tra l’Italia e il Togo, dove l’associazione gestisce una casa d’accoglienza per bambini orfani e un ospedale al servizio dei più poveri.
Il caso, ovviamente, sollevò una tempesta mediatica per la delicatezza del tema e per le implicazioni politiche, dato che al Viminale all’epoca dei fatti c’era Matteo Salvini, con il quale la Onlus più volte era entrata in polemica per via delle politiche nel campo dell’immigrazione.
I titoli dei giornali di area anti-immigrazionista come Libero c’erano andati a nozze su questa vicenda così come le aggressioni verbali degli haters.


Eppure la vicenda, molto complessa per gli inquirenti, e le difficoltà di un dibattimento teso a verificare fatti avvenuti in un altro continente e accaduti diversi anni fa, presentava molti punti oscuri ed elementi discordanti.
Alla fine delle indagini il tribunale di Nola è riuscito a emettere in tempi relativamente brevi una prima sentenza: il collegio presieduto da Lucio Aschettino, con i giudici a latere Alessandra Zingales e Raffaele Muzzica ha assolto con formula piena Enzo Liguoro: il fatto non sussiste, ordinandone l’immediata scarcerazione.
In attesa dell’appello, finisce questa brutta storia che ha gettato ombre su un’associazione considerata un punto di riferimento per la solidarietà verso i bambini senza risorse e senza famiglia ai quali Mamafrica fornisce istruzione, assistenza medica e l’affetto e il lavoro dei volontari.
Ma di tutto questo non c’è traccia, se non occasionale, sui grandi media: grandi titoli sull’arresto, solo qualche trafiletto sull’assoluzione. La cultura giustizialista e sensazionalista del paese e dei suoi media è un parametro che abbassa tantissimo la civiltà di una comunità.
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